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Psicologia
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MessaggioInviato: 07 Set 2011 21:13:27    Oggetto:  Psicologia
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vuoi vivere piu a lungo? sii altruista



Aiutare gli altri fa vivere più a lungo. A condizione, però, che questa forma di altruismo sia vera e disinteressata. La tesi è di un recente studio appena pubblicato sulla rivista scientifica “Health Psychology”, secondo cui i volontari che aiutano il prossimo vivono più a lungo, tanto più a lungo quanto più intense ed effettivamente altruistiche sono le ragioni che li sostengono in questa loro attività.

Non per soddisfazione personale
Nella prima ricerca di questo genere, gli scienziati hanno mostrato che la motivazione dei volontari può avere un significativo impatto sulla lunghezza della loro vita: un effetto che però si riscontra solo in coloro che dichiarano di svolgere queste attività per altruismo o per desiderio di contatto sociale. Nessuna influenza sul tasso di mortalità si ha invece in caso in cui a muovere è la soddisfazione personale.
Gli scienziati hanno esaminato i dati provenienti dal Wisconsin Longitudinal Study, che ha seguito un campione casuale di 10.317 studenti dalla loro laurea a oggi, a partire dal 1957. Il 51,6% era composto da donne, con una età media complessiva di 69 anni nel 2008. I ricercatori hanno analizzato salute fisica, status socio-economico, stato civile, fattori di rischio per la salute (come il peso o l'indice di massa corporea). Nel 1980, gli studiosi hanno cominciato a chiedere ai soggetti se svolgessero attività volontaristiche, nel 1992 sono tornati a verificare il loro stato generale di salute e nel 2008 hanno verificato quanti di loro fossero ancora in vita. A distanza di 4 anni, nel 1984, il 4,3% dei 2384 non volontari era morto, una percentuale simile a quella riportata nel gruppo dei volontari (4%) che avevano dichiarato di svolgere il volontariato per motivazioni di soddisfazione personale. Un dato che corrisponde a più del doppio dei deceduti fra i volontari altruisti, che erano morti, nei quattro anni, solo per l'1,6%

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MessaggioInviato: 07 Set 2011 21:13:27    Oggetto: Adv






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Lilith

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MessaggioInviato: 09 Set 2011 19:28:57    Oggetto:  
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Mah, secondo me è tutta na cavolata....
Allora da come è descritta la situazione, potremmo dire che tutte le cose che noi facciamo solo per il piacere di farle,
senza secondi fini, contribuiscono ad allungare la nostra vita, mentre ciò che facciamo perchè costretti, oppure per neccesita o per far vedere che lo facciamo non ha su di noi nessuna influenza positiva... e nemmeno negativa, per fortuna!!!! Mr. Green Mr. Green

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MessaggioInviato: 09 Set 2011 23:42:29    Oggetto:  insonnia psicosomatica
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Girarsi e rigirarsi per ore tra le lenzuola prima di prendere sonno... a essere intaccato non è solo il numero di ore trascorse dormendo ma anche la qualità del riposo che risulta frammentato, discontinuo, incapace di assolvere alle sue funzioni. Ma da un punto di vista psicosomatico perché si ha difficoltà ad addormentarsi? L'insonnia iniziale segnala una problematicità particolare, che ha a che fare con l'aspetto diurno del comportamento e della personalità.

Cosa significa l'insonnia iniziale

La sera quando andiamo a letto, i nodi irrisolti della nostra esistenza vengono al pettine, le paure più profonde e i problemi irrisolti ci presentano il conto. Sospesa la via di fuga dell'azione ci ritroviamo in balia di forze che non riusciamo a contrastare, a tu per tu con noi stessi e con tutto ciò che ci fa stare male.: L'insonnia porta un messaggio di natura simbolica: vuole "aprirci gli occhi" su tutto ciò che nella nostra vita non è funzionale al nostro benessere.

L'incapacità di staccare la spina genera l'insonnia

Per chi soffre di questa forma di insonnia, dormire diventa una performance ansiogena, un braccio di ferro contro qualcosa che gli impedisce di lasciarsi andare...Ed è proprio questo il punto: il cervello rimane sveglio perché non riesce a staccarsi dai pensieri, dalle preoccupazioni, da ciò che ci aspetta l'indomani. Addormentarsi vuol dire mollare il controllo, dimenticare per qualche ora ciò che ci assilla. Ecco perché risulta difficoltoso quando siamo sotto pressione, iperattivi, soprattutto mentalmente, incapaci di delegare o di staccare.

Nasconde la paura di non svegliarsi

L'insonnia iniziale è legata anche alla difficoltà di scivolare verso l'incoscienza, di perdere il contatto con la realtà ma anche con se stessi, di non esistere più. Il sonno rappresenta una piccola morte a cui cedere per poi rinascere al mattino. Per questa ragione addormentarsi può diventare difficoltoso o impossibile in tutte quelle situazioni in cui è presente una forte angoscia, oppure nei momenti in cui si stanno vivendo cambiamenti profondi, anch'essi "piccole morti".

La fame di vita ci tiene svegli

Sono le due e... di sonno neppure l'ombra, se non fosse che la veglia notturna inficia la lucidità diurna, non andremmo mai a letto. Succede quando nelle nostre giornate c'è spazio per tutto tranne che per noi stessi... le energie non spese a favore di ciò che ci piace e che ci nutre reclamano di essere bruciate. Il sonno non arriva perché non ci siamo scaricati, non ci siamo nutriti di piacere: la notte è la terra franca dove, finalmente liberi, vorremmo riscuotere il nostro "credito di vita".

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MessaggioInviato: 10 Set 2011 02:18:41    Oggetto:  
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Citazione:
Sono le due e... di sonno neppure l'ombra, se non fosse che la veglia notturna inficia la lucidità diurna, non andremmo mai a letto. Succede quando nelle nostre giornate c'è spazio per tutto tranne che per noi stessi... le energie non spese a favore di ciò che ci piace e che ci nutre reclamano di essere bruciate.



Questa frase la faccio mia, perche è proprio quello che sto facendo, rubo tempo al sonno, al riposo per avere per me quegli spazi che non posso avere durante il giorno.

Ma da tutto il resto sono ben lontana!!!
Anzi probabilmente sartei un bel rompicapo per sti studiosi

Infatti appena vedo il letto...
mi addormento senza problemi, e quando ho tempo di farlo posso dormire ore e ore... senza problemi.

Sono una persona molto ansiosa che devo tenere sotto controllo tutto della mia vita,ma questo non mi impedisce affatto di dormire,
anzi quando ho un problema, più è grave e più dormo...

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MessaggioInviato: 19 Set 2011 22:05:05    Oggetto:  ama e non pensare
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"AMA E NON PENSARE", PAROLA DI RAFFAELE MORELLI. OVVERO, LA FUNZIONE TERAPEUTICA DELL'EROS...

In questo libro, dichiaratamente e rigorosamente a tesi, Morelli avverte il lettore della necessità, onde poter fruire delle cure di Eros, “che ci cura
come nessun altra sostanza dell’anima”, che “la coscienza sia pronta ad
accoglierlo e non orientata sui ragionamenti, sulle spiegazioni mentali”.

Infatti, dice l’autore, “solo Eros ci può far diventare autentici, spontanei, naturali…” Ed allora, Morelli, con la certezza dello studioso muove l’accusa che noi adulti moderni “ci siamo irrigiditi : pensiamo che le cose dipendano da noi, solo da noi ”.
Pensa alle nonne che quando perdevano qualcosa si rivolgevano ai Santi
(bellissima quella della nonna dello scrittore Citati che quando non trovava qualcosa ricorreva al suo Santo preferito "Sant’Antonio di velluto fammi trovare quello che ho perduto).
Spiega Morelli , tutt’altro che blasfemo questo antico atteggiamento da un denso significato al sacro quasi l’uomo , consapevole che il divino è “una scintilla presente in ogni cosa”, sa di essere colui che può accenderla e farla
brillare. Analogo a quello dei nonni è l’atteggiamento dei bambini, anche essi non si pongono domande, guardano sgranando occhi innocenti, occhi che non sono offuscati dai pensieri.

I bambini, dice Morelli, vivono in un’altra dimensione dell’anima, dove il pensiero è il grande assente. Ammonisce, quindi, lo studioso, ad essere “come i bambini quando scopriamo l’amore- innocenti, curiosi, liberi da schemi da giudizi- ciò significa assorbire le virtù di Eros e quindi ricevere i tesori che ci sta portando”.
E’ così dunque che si spiega in iconografia Eros “bambino monello pieno di ironia, di sorrisi, spregiudicato e con le ali e la freccia pronta a colpire, a loro
insaputa, uomini e dèi”.

Conclude l’autore che Eros ha la mente libera dei fanciulli, ed avverte che noi adulti dobbiamo essere così di fronte a lui, ricorda anche, però, che i bambini, nella loro anima, hanno anche un’altra forza primordiale che per molti versi assomiglia a Eros ed è Ermes.
Ermes, come ricorda Citati il dio più antico dell’Universo, gioca a fare il bambino ed i bambini come Ermes amano senza vincoli, non sono imbrigliati nelle convenzioni.

“Quella voglia di avventura, di immaginazione, uscire dalle abitudini, dalle regole….. sono e radici dell’anima ermetica del bambino ”.
Frustrare la voglia di avventura, di immaginazione per vivere nelle regole e nella prevedibilità causa disturbi, “parole mai dette, energie inespresse”.
Racconta, l’autore, di Giovanna una ipocondriaca malata di panico che inconsapevolmente si cura ballando "solo quando scendo in pista il panico se ne va".

Diagnostica Morelli “non lo sa ma si cura ballando: la donna morale è
ammalata di panico, la sua anima no, la sua anima vuole vivere” e quel
che ne consegue.
In quei momenti Giovanna sta bene perché non si giudica; Elisa, altro caso di Morelli, ha smesso di avere paura di morire allorchè si è lasciata andare, ha accettato di lasciarsi portare dall’amore, di farsi curare da Eros.
Avverte , però, Morelli che se è vero che l’innamoramento è una benedizione che viene dal dio dell’energia primordiale “ guai a contrastarlo , guai a fare i bigotti, guai a parlare con qualcuno”.
L’io si deve arrendere perché un altro regista sta scendendo in campo.
Se l’io resiste, il balsamo di Eros “non funziona e si trasforma in veleno, quel veleno, dice l’autore, che caratterizza molti degli amori tormentati che vediamo intorno e che non producono niente di buono”.Conclude Morelli che solo a chi accetta di “guardare l’amore senza essere protagonista, senza decidere nulla, senza progetti si aprono le porte dell’anima, cioè della capacità invisibile di realizzare la vera natura”.

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MessaggioInviato: 20 Set 2011 00:37:35    Oggetto:  
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Aspetta aspetta....
sono troppo rinco... lo leggo domani quando sono piu lucida.... Shocked

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MessaggioInviato: 01 Ott 2011 21:14:09    Oggetto:  ansia da iper attività
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L'ansia "di testa" è quella che in genere si manifesta in associazione a una cefalea tensiva o a un attacco di emicrania pulsante. A volte sono presenti anche altri sintomi localizzati al capo, alle orecchie, agli occhi, alla bocca e all'articolazione del collo. Secondo la visione psicosomatica, questa tipologia di ansia cerca di richiamare la nostra attenzione su quelle pulsioni interiori che vorrebbero emergere (sfidare un'autorità, trasgredire una norma ecc.), ma che sono però bloccate dalla paura del giudizio o della punizione. Inoltre, l'ansia "di testa" è sintomo di uno stile di vita eccessivamente improntato alla cerebralità e al continuo rimuginare di pensieri che, intasando il cervello, cercano un canale di sfogo: l'attacco d'ansia rappresenta proprio questa valvola di sicurezza.

I più a rischio? Gli iper razionali

La fattispecie ansiosa che si esprime con sintomi concentrati sulla testa e sul collo si riscontra nelle persone troppo controllate, che tendono a organizzare tutto e tutti, anche quando non è loro richiesto.

La paura di perdere potere

• Rafforzare il controllo sulle cose e sulle persone è l'obiettivo fisso dei leader e in genere delle persone che non lasciano spazio all'istinto e all'improvvisazione: questi soggetti aspirano a una vita "perfetta", in cui nulla è lasciato al caso, ma a quale costo? Questa continua tensione per dominare, pianificare e prevedere strategie per ogni evenienza intasa la mente di elucubrazioni che da qualche parte devono trovare sfogo.

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MessaggioInviato: 02 Ott 2011 02:41:29    Oggetto:  
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l'ansia fa male, ne so qualche cosa.
Poi che tipo di ansia è non lo so, tanto a me fanno male tutte..... Shocked Shocked

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MessaggioInviato: 14 Ott 2011 21:18:18    Oggetto:  donne sull'orlo di una crisi di ... stress
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C'è chi ha orari di lavoro impossibili, chi non riesce a staccarsi da mail e cellulare, chi si sente schiacciato dalle responsabilità o lavora in ambienti ostili. Il risultato è che 9 milioni di italiani si "ammalano" di stress da lavoro: tra loro, 7 su 10 sono donne, schiacciate nel doppio ruolo famiglia-lavoro, anche se per fortuna, il gentil sesso sembra reagire meglio a questo pesante fardello. Per aiutare l'esercito di persone che vive sull'orlo di una crisi di nervi, arrivano ora anche alcuni suggerimenti "da tavola", con un regime alimentare anti-stress.
A tracciare il quadro della salute psichica dei lavoratori italiani lo psichiatra Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze dell'Azienda ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano. Lo stress da lavoro si manifesta con "sintomi d'ansia, insonnia, malesseri come mal di schiena e problemi intestinali. Piano piano - spiega Mencacci - si perde la capacità di rispondere alle richieste che arrivano dall'ambiente circostante". E il meccanismo si inceppa: la persona stressata si sente "sempre più marginale, inerme, passiva, fino all'emarginazione. Il risultato è che abbiamo perso un lavoratore, ma anche una persona". L'esperto lancia poi l'allarme sulla "scarsa attenzione da parte delle aziende alla salute psichica dei lavoratori, e soprattutto a quella delle dipendenti donne". L'età più a rischio, è quella in cui coincidono la fase della maternità e quella dell'attività professionale più intensa, dunque dai 30 ai 40 anni.


Le manifestazioni dello stress "al femminile" sono in nove casi su dieci di tipo psichico: su tutti l'ansia (45%), seguita da sindrome pre-mestruale (43%), irritabilità ed eccessiva tendenza al pianto (41%) e insonnia (39%). In agguato anche la depressione (20%). Gli stati d'ansia e le sindromi depressive sono tipiche anche dell'uomo adulto con mansioni esecutive. Le più affaticate, secondo lo psichiatra, sono però le manager e chi ha un'attività che comporta elevate responsabilità. "Lo stress colpisce in assoluto di più le dirigenti e successivamente le impiegate e le operaie. Basti pensare alle riunioni che vengono fissate spesso alle 7 di sera, e che costringono le donne con figli ad affrontare problemi inutili. Tutto si ricollega a un unico aspetto: quello dell'organizzazione del lavoro, che in Italia non è concepita per far sì che ci siano donne ai vertici".

Le donne sono dunque più soggette allo stress dei loro colleghi uomini, ma sono in grado di adattarvisi e rispondere meglio dei maschi. E questo grazie agli ormoni, in particolare al rapporto tra estrogeni e progestinici che si verifica nella fase tardo follicolare del ciclo, cioè nel periodo dell'ovulazione. E' quanto ha scoperto uno studio condotto dal dipartimento di Neuroscience dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano.

Per tutti, comunque, uomini e donne, le mosse vincenti per avere le giuste energie e non cedere allo stress quotidiano arrivano dall'alimentazione. Giorgio Calabrese, docente di nutrizione umana all'università del Piemonte Orientale di Alessandria, spiega: "Fondamentale è fare 5 piccoli pasti al giorno, ben divisi nell'arco della giornata. Dopo una sveglia molto presto e una buona colazione a base di caffè, latte, fette biscottate con marmellata o crema spalmabile alle nocciole o frutta, è bene fare un primo break intorno alle ore 10". E qui sono d'aiuto anche i 'fuori pasto', come spuntini confezionati a base di latte e cereali. Non sporcano le mani, sono pratici e danno la giusta quantità di carboidrati semplici. Il pranzo, invece, non deve essere eccessivo. "Ecco quindi il 'jolly' della dieta mediterranea: un piatto di pasta con piselli, una minestra con legumi o un piatto di pasta con ragù. E poi un frutto e il caffè". Il pomeriggio è utile uno spuntino con uno yogurt alla frutta, mentre la sera è necessario staccarsi dal lavoro e rilassarsi. "L'ultimo pasto deve essere consumato con tranquillità. E' un anti-stress quindi anche un primo e un secondo sono concessi. Via libera alla pizza, al minestrone di legumi, oppure al pesce, alla carne, alle uova o al prosciutto". Gli errori da evitare? Calabrese non ha dubbi: "Il salato al mattino, il cornetto pieno di strutto, esagerare con l'alcol". Ultimo, ma non meno importante, vietato saltare i pasti.

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MessaggioInviato: 16 Ott 2011 18:10:44    Oggetto:  
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Ed io dovrei fare tutte queste cose come cura anti stress?
Io cosi mi stresso di più, cioe, non ho tempo nemmeno per quello che faccio giornalmente, mettiamoci dentro anche tutto questo... sai che disastro?????

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MessaggioInviato: 23 Nov 2011 21:07:47    Oggetto:  la porta che uccide la memoria
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L'esperienza è comune: entriamo in una stanza e all'improvviso non sappiamo più che cosa siamo venuti a fare o a cercare. Ora una ricerca scientifica porta nuova luce su questi improvvisi e frustranti "black out": il fatto di attraversare una porta crea una sorta di "confine mentale" capace di "inghiottire" il ricordo.
Lo studio è stato condotto dagli psicologi dell'università di Notre Dame guidati da Gabriel Radvansky, i quali indicano come causa del fenomeno il fatto di attraversare una porta. "Entrare o uscire da una porta - spiega Radvansky sul 'Journal of Experimental Psychology' - forma nella mente una sorta di 'confine' degli eventi, che mette in moto un processo di archiviazione involontaria dei pensieri. Dunque, richiamare la decisione o l'attività che si stava svolgendo nell'altra stanza è difficile perché è stata giù inserita nella memoria", in un compartimento ben preciso.

Gli esperti sono giunti a queste conclusioni dopo tre esperimenti diversi, condotti su un gruppo di studenti ai quali è stato chiesto di ricordare alcuni pensieri muovendosi in una stanza o passando da un ambiente all'altro di una casa. Il primo test è stato condotto con l'aiuto della realtà virtuale, il secondo in un'abitazione vera e il terzo per verificare, come avevano suggerito studi precedenti, se non sia più facile ricordare pensieri che si sono formati in un determinato luogo, tornando proprio in quel luogo. Eppure non c'è stato niente da fare: Radvansky e il suo team hanno verificato che ricordare un pensiero tornando nello stesso posto dove si è formato serve a poco se il soggetto è passato attraverso una porta. Fatto che ha confermato la teoria: un uscio è una sorta di "confine mentale" che il nostro cervello crea automaticamente, dal quale i ricordi emergono con più difficoltà.

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MessaggioInviato: 25 Nov 2011 00:49:14    Oggetto:  
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Con tutte le porte che oltrepasso tutti i santi giorni, a ques'ora dovrei essermi dementicata pure chi sono...
Io sono sicura che quando mi fa questo effetto è perchè sto pensando troppemcose in una volta ed il mio cervello stressato mi dice:STOP!!

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MessaggioInviato: 01 Dic 2011 21:24:18    Oggetto:  giu le mani dal mio uomo
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La donna, alla vista di una possibile rivale sessuale diventa aggressiva, senza mezzi termini. E lo fa senza farsi particolari problemi, secondo un nuovo studio canadese.
I ricercatori dell’Università di Ottawa, coordinati dalla professoressa Tracy Vaillancourt, hanno voluto analizzare le reazioni femminili in presenza di un’altra donna che potesse essere considerata come un possibile rivale, sessuale o meno. Per ottenere questa reazione, hanno fatto vestire una stessa donna alternativamente in modo sexy, o dimesso.
La rivista scientifica su cui è poi stato pubblicato lo studio è “Aggressive Behaviour” e, dato il nome, non poteva essere più adatta – visti anche i risultati: dallo studio è risultato infatti che il comportamento delle donne cambiava in base a come l’altra era vestita.

Vaillancourt e colleghi, hanno condotto alcuni separati test su un gruppo di 86 studentesse della McMaster University di Hamilton. Le partecipanti sono state suddivise in due gruppi e, nella prima parte dello studio, sono state fatte accomodare una alla volta in una stanza in cui, è stato detto loro, si sarebbe svolta una sessione d’indagine, poi videoregistrata, sui conflitti nelle relazioni.
Nella stanza insieme alla studentessa si trovava un uomo nel ruolo di ricercatore. Mentre era in corso il colloquio sopraggiungeva un’altra donna di nome Lisa, che fingendo di partecipare allo studio, attirava l'attenzione del ricercatore e si metteva a conversare con lui.

Nella metà dei casi, Lisa si presentava vestita in modo sexy, con minigonna e maglietta rosa molto aderente. Per l’altra metà, era invece vestita in modo dimesso o “serio”. In tutte e due le situazioni, Lisa si è comportata allo stesso identico modo; cambiava solo l’abbigliamento. A sorpresa, le reazioni delle donne sono state simili agli atteggiamenti che comunemente si attribuiscono ai maschi - in fatto di aggressività e competizione – quando si tratta di conquistare l’attenzione delle femmine. Dalle immagini registrate si è potuto vedere come le studentesse reagissero in modo diverso a seconda se Lisa fosse vestita provocante o meno. Quasi tutte le ragazze, tranne due, hanno strabuzzato gli occhi e hanno squadrato da capo a piedi Lisa. Dopo di che, non appena Lisa ha lasciato la stanza si sono abbandonate a risate o commenti più o meno pesanti. Si andava dalla semplice derisione a pesanti apprezzamenti circa la sua “evidente” disponibilità a fare sesso. Qualcuna ha detto chiaramente al ricercatore che Lisa voleva fare sesso con lui, qualcun’altra ha detto che aveva le “tette che stavano per saltare fuori”… e via discorrendo. Quello che, tuttavia, le ragazze avevano in comune era l’aggressività nei confronti della "versione sexy" di Lisa, mentre quando era era vestita in modo “normale”, ossia in pantaloni e maglietta non aderente e con collo alto, non vi è stata alcuna reazione particolare.

"Lo studio dimostra scientificamente che le donne si comportano in maniera aggressiva per indebolire una rivale sexy", dichiara Vaillancourt. Per quanto ci riteniamo “moderni” e viviamo in tempi moderni, il nostro cervello è “antico”, spiega la professoressa. "C’è molta ipocrisia. Abbiamo questa reazione istintiva per le persone che sfidano le convenzioni sociali in maniera tale da minacciare il gruppo", aggiunge Vaillancourt.

"Queste sono brillanti giovani donne. Esse rappresentano un settore più liberale della società", ha commentato Vaillancourt. Lisa, in questo caso, "ha violato la regola non scritta che tutte le donne dovrebbero sapere. Si tratta di donne che soffocano la sessualità di altre donne", conclude l’autrice dello studio.
Attenzione dunque a come ci si veste nelle diverse occasioni – se non si vuole scatenare l’ira delle altre.

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thor

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MessaggioInviato: 02 Dic 2011 19:25:09    Oggetto:  
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credo in questa ricerca ci sia una buona parte di verità
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non combattere con lo stolto-ti porta al suo livello e ti batte con l'esperienza
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Lilith

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MessaggioInviato: 06 Dic 2011 18:27:26    Oggetto:  
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Mi sembra una cosa un pochino esagerata...
Posso capire queste reazioni quando l'uomo è, perlomeno, uno che si conosce bene.
Ma in questo caso per le ragazze dovrebbe essere quasi uno sconosciuto, allora queste reazioni mi sembrano esagerate.
Se la mettiamo così, in qualsiasi ufficio o negozio e locale,
insomma in qualunque posto andiamo, dovremmo aggredire la tipa sexy che arriva, e si mette a parlare con l'uomo che è presente...
Messa così e come dire che siamo tutte matte... Smile Smile

Ci sono situazioni, che la reazione delle donne è più che legittima.
Come sta succedendo ora sul lavoro dove la tipetta straniera che non si veste sexy ma fa gli occhi dolci a tutti gli adetti in divisa riesce ad infilarsi sempre nei posti migliori, sebbene è l'ultima arrivata.
Dopo le prime reazioni di sconcerto, molto sono passati ai fatti minacciando anche denunce,
ed il bello è che si sono arrabbiati anche uomini non solo donne.

Perciò non sono daccordo di fare di tutta l'erba un fascio.
Se l'uomo che viene "attaccato" dalla sexy è in qualche modo legato all'altra donna, naturalmente la reazione c'è...
Tutte le altre volte che ci sono reazioni di rabbia verso una donna da parte delle altre, i motivi possono essere diversi, e più importanti del solito "maschio" da accaparrarsi...

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La donna a volte gioca con la propria capacità di seduzione come un bambino
potrebbe fare con un'arma carica.
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