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L'Ankou
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Lilith

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MessaggioInviato: 08 Ott 2011 01:37:18    Oggetto:  L'Ankou
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L'Ankou (in bretone Anken) é una figura appartenente alla cultura dei Celti della Bretagna continentale; rappresenta il Dio della Morte, l'Accompagnatore delle anime nell'aldilà, e possiede, secondo le tradizioni, il potere assoluto, in quanto tutte le leggi del cosmo devono piegarsi alla sua azione. Il suo nome deriverebbe dalla parola ANKEN (il dispiacere) o da ANKOUNAC'H (l'oblio). Nelle raffigurazioni più antiche il suo aspetto è quello di uno scheletro che regge in mano una freccia, mentre in quelle più recenti, come la statuetta di Ploumiliau, Ankou è uno scheletro che regge una falce con la lama montata al rovescio. In alcuni racconti viene anche raffigurato come un uomo vestito di una cappa nera, alto e magro, in grado di assumere diverse sembianze. La sua presenza é vista come nefasta dai viventi. Si sposta con un carretto rumoroso che contiene i morti che ha raccolto. Per far spaventare ancora di più i viventi, mette nel carretto delle pietre in modo da renderlo ancora più rumoroso e sinistro. Ankou è generalmente accompagnato da due accoliti; il primo toglie gli ostacoli per permettere al carro di procedere senza intoppi, il secondo carica i morti. Ankou e i suoi accoliti si sposterebbe su antiche vie abbandonate dal traffico abituale e tagliate fuori dalla vita quotidiana (in bretone henkou ar Maro, i sentieri della Morte). Nelle zone che costeggiano il litorale, il Maestro, come anche viene chiamato, ama spostarsi per mare servendosi di una barca, la bag-noz o battello della notte.


E ora vi raccontiamo una delle tante leggende che riguardano questo Dio Bretone...

Accadde una sera di giugno di molto tempo fà, quando ancora si lasciavano i cavalli all'aperto per tutta la notte.

Un giovane di Trézélan aveva appena finito di radunare i suoi cavalli e stava ritornando a casa fischettando. Era una notte di luna piena e mentre percorreva la strada sentì in lontananza il forte rumore di un carretto.

Gli venne in mente che poteva essere il carretto della morte (karriguel an Ankou) e pensò che questa poteva essere un'occasione per vedere con i propri occhi questo carretto di cui si parlava tanto.

Si nascose quindi in un cespuglio a ridosso della strada sicuro che avrebbe potuto vedere senza essere visto.

Il carretto era trainato da tre cavalli bianchi disposti a freccia. Due uomini vestiti in nero e con un grande cappello lo accompagnavano; uno teneva le briglie del cavallo di testa mentre l'altro stava in piedi sul carro.

Quando il carro arrivò nei pressi del cespuglio dove si nascondeva il giovane, si sentì un rumore secco.

- Ferma! - disse l'uomo sul carro a quello che teneva le briglie dei cavalli. Quest'ultimo fermò subito i cavalli.

L'Ankou rivolgendosi nuovamente al conducente dei cavalli continuò dicendo: - Un asse della ruota si é rotto. Prendi un ramo da quel cespuglio e fanne uno nuovo! -.

Il giovane che si trovava nascosto proprio in quel cespuglio pensò che era perduto e si rammaricava di essere stato troppo curioso.

L'uomo del carro tagliò un ramo del cespuglio, lo infilò nella ruota e i cavalli si rimisero in marcia.

Il giovane vedendo il carretto allontanarsi, uscì dal nascondiglio e rientrò in fretta a casa sano e salvo. Ma il mattino successivo venne colto da una febbre improvvisa e il giorno seguente morì.

Frequenti sono poi i racconti che hanno come protagonista un fabbro che si attarda a lavorare oltre la mezzanotte. Gli compare davanti un uomo sconosciuto, il quale lo invita ad affilare una falce montata in modo curioso; come ringraziamento lo sconosciuto rivela la propria identità e dice al povero fabbro di dare le sue ultime disposizioni.

L'immagine di Ankou è sopravvissuta indenne alla cristianizzazione, permanendo nella cultura folkolorica europea, sia locale che internazionale (basti pensare al comune archetipo della morte con la falce).

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MessaggioInviato: 08 Ott 2011 01:37:18    Oggetto: Adv






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