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Cultura, poesie , preghiere indiani d'America
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Nuovo Topic   Rispondi    Indice del forum -> Racconti, Favole, Leggende e Miti ->
Cultura, poesie e preghiere degli Indiani d'America
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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 12:00:47    Oggetto:  Cultura, poesie , preghiere indiani d'America
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IL NOME

Sbagliando, li hanno chiamati Indiani e Pellirosse. Loro si definiscono orgogliosamente e giustamente "I VERI AMERICANI".A chiamarli Indiani fu per primo Cristoforo Colombo che sbarcato il 12 ottobre 1492 su un'isola dei Caraibi, convinto di avere raggiunto le Indie, scrisse sul suo diario:"appena sbarcato sull'isola ho preso molti prigionieri indiani". A definirli Pellirosse fu invece Giovanni Caboto che incontrò i Beothue, che avevano la pelle tinta con ocra rossa per una cerimonia importante

LA STORIA

Agli inizi del secolo XVI,quando giunsero i primi coloni europei, il Nord-America era abitato da circa un milione di Pellerossa raggruppati in 400 tribù e in circa 300 famiglie linguistiche. Nelle fertili regioni orientali vivevano tribù di agricoltori sedentari, come gli Irochesi e i Cherookee; anche le calde terre del sud-ovest erano abitate da popoli di agricoltori, come i Navajo e gli Hopi. Più dure invece le condizioni di vita delle tribù sparse nei deserti dell'ovest dove la principale fonte alimentare era costituita da radici e tuberi; ancora più a ovest le tribù indiane si dedicavano soprattutto alla pesca del salmone e alla caccia, ma il gruppo più numeroso di tribù era nelle grandi praterie dove vivevano Sioux,Cheyenne,Comanche ed altri. Questi indiani nomadi cacciavano negli sterminati spazi della prateria daini,antilopi, ma soprattutto bisonti. Dai bisonti ,infatti gli indiani delle praterie ricavavano quasi tutto il necessario per vivere. Quando i bianchi penetrarono nella regione delle praterie, praticarono una caccia spietata ai bisonti che diminuirono rapidamente di numero e rischiarono di estinguersi. I cacciatori bianchi contribuirono così all'estinzione dei popoli pellerossa che non potevano vivere senza questi animali. Ma lo sterminio dei popoli indiani fu portato a termine soprattutto dagli eserciti americani e inglesi che pur di espandersi all'interno del Nord America cacciarono ingiustamente i nativi americani dalle loro terre e proprietà compiendo veri e propri massacri senza risparmiare donne e bambini. I Pellerossa vennero letteralmente annientati attraverso uno spietato genocidio.Oggi gli indiani non formano più una nazione, non sono più un popolo padrone della terra in cui vive, capace di esprimere una sua cultura e una sua civiltà. Infatti una parte di essi si è integrata completamente nella civiltà bianca, mentre un'altra parte vive in alcune centinaia di riserve sparse nel territorio statunitense e in quello canadese.



Nativi americani.it

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“Solo quando l'ultimo fiume sarà prosciugato, quando l'ultimo albero sarà abbattuto,
quando l'ultimo animale sarà ucciso, solo allora capirete che il denaro non si mangia."
(Capo Toro Seduto dei Sioux Lakota)
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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 12:00:47    Oggetto: Adv






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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 12:03:18    Oggetto:  
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C’era una volta un uomo,

si chiamava Jonathan Kowalski,

ma veniva chiamato da tutti

Jonathan degli Orsi.

Era solo un bambino quando una banda di criminali uccise i suoi genitori per rapinarli.

Rimasto solo trovò la sua casa nel folto della foresta e una tribù indiana dei Dakota lo aiutò a crescere.

I suoi amici più cari gli animali... specialmente un cucciolo... un cucciolo come lui, un piccolo orso.

Trascorsero molte lune e Jonathan ormai stanco di cercare gli assassini dei suoi genitori per vendicarsi del grande torto subito inizia una battaglia contro uno specultore razzista che cercava petrolio in una riserva indiana.





Brani tratti da Jonathan degli Orsi,

film diretto e interpretato da Franco Nero;

parole e saggezza tra Jonathan

e il capo indiano Dakota che l’ha allevato

come un figlio.

Parole che arrivano al cuore

percorrendo i sentieri dell’anima.






Tutto quello che so mi è stato rivelato

per illuminare il cammino deglio uomini...

e sono cose meravigliose.

Non dimenticare mai le infinite stelle dell’universo,

l’erba che cersce dalla terra.

T’ho ccompagnato fino al centro del mondo

per mostrarti la bellezza divina

della vostra unica madre:

ecco la Stella del Mattino...

Colui che riuscirà a vederla

camminerà con saggezza lungo il proprio sentiero.

La luce della Luna sarà per te lo spirito di tuo padre...

e il calore del Sole sarà la tua forza.






Jonathan chiede al grande Capo Indiano:

Dove porta questo sentiero?

Da dove siamo a dove dovremmo essere;

nessuno conosce il suo destino fino a

a quando non vede la Via...

E qual’è la Via, Piccolo Orso?

La Via?... Non c’è nessuna Via;

è il nostro cammino a crearla...






Nessuno può rubare il Paradiso

perchè un uomo, anche il più abile fra tutti,

può sottrarre agli altri solo quello che può raggiungere;

e il Paradiso, Piccolo Orso,

è un posto che nessuno può rubare;

è qui, è dentro il tuo cuore

che devi trovare il coraggio di diventare

quello che sei destinato ad essere!

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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 12:04:14    Oggetto:  
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Non ti auguro un dono qualsiasi,

ti auguro soltanto quello che i più non hanno.



Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;

se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.



Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,

non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.



Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre,

ma tempo per essere contento.



Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,

ti auguro tempo perché te ne resti:

tempo per stupirti e tempo per fidarti

e non soltanto per guardarlo sull'orologio.



Ti auguro tempo per toccare le stelle.

E tempo per crescere, per maturare.



Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per Amare.

Non ha più senso rimandare.



Ti auguro tempo per trovare te stesso,

per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.



Ti auguro tempo anche per perdonare.



Ti auguro di avere tempo,

tempo per la vita.





Poesia Indiana



FALCHI E SERPENTI : Chinle, Giugno 1972

Mi volto
e lentamente
da case e botteghe mi allontano.
Mi guardo intorno e
una volta, o forse due,
campi e palizzate
in lontananza osservo.

Ora comincio a riconoscere
la vastità del cielo,
e l'azzurro che su tutto domina;
un azzurro splendente
tanto da far impallidire il rosso della terra.

Nella mia mente, cerco di ricordare
chi altri viva quaggiu' all'infuori
del serpente, sulla roccia tutto raccolto.
Lassu', tra le ombre,
un falco sovrano mi guarda fisso
in silenzio, planando sopra il canyon.

E poi, d'un tratto
niente piu' cielo azzurro, niente piu' rocce aguzze,
niente piu' sorgenti.

Sono tornata
e su , verso la cima, per le colline arranco
sul terreno oscillante, a macchie nere e
da una fenditura di roccia spio con lo sguardo,
dall'ombra meridiana avvolta.


Leslie Silko


LESLIE SILKO (classe 1948), narratrice e poetessa, è nata e cresciuta nella
Riserva Pueblo di Laguna ( Nuovo Messico). Chinle è il nome di una piccola località,
geograficamente ubicata all'imbocco del Canyon di Chelly.


Tutti dicono di essere miei amici e che mi sarà fatta giustizia, ma mentre tutte le loro bocche dicono il giusto, io non capisco perché non venga fatto nulla per il mio popolo... Il generale Miles promise che avremmo potuto far ritorno nel nostro territorio. Io credetti alle parole del generale Miles, altrimenti non mi sarei mai arreso.
Ho sentito tanto parlare, ma niente è stato fatto. Le buone parole non durano a lungo a meno che non approdino a qualcosa. Le parole non mi ripagano della mia gente morta. Non mi ripagano del mio territorio, ora invaso dagli uomini bianchi... Le buone parole non restituiranno la salute al mio popolo e non gli impediranno di morire. Le buone parole non ridaranno al mio popolo una casa dove poter vivere in pace e aver cura di sé. Sono stanco delle parole che non portano a nulla. Mi fa male il cuore quando ripenso a tutte le buone parole e a tutte le promesse non mantenute... E' più facile che i fiumi invertano il loro corso che un uomo che è nato libero sia contento di essere rinchiuso in un recinto e di non essere libero di andare dove gli pare... Ho chiesto ad alcuni grandi capi bianchi che diritto hanno di dire all'indiano che egli deve stare in un posto mentre egli vede che gli uomini bianchi vanno dove loro piace. Essi non hanno saputo dirmelo.
Lasciatemi essere un uomo libero- libero di viaggiare, libero di fermarmi, libero di lavorare, libero di commerciare dove mi pare, libero di scegliermi i miei maestri, libero di seguire la religione dei miei padri, libero di pensare e di parlare e di agire da solo- e io rispetterò ogni legge, o accetterò la punizione".

(discorso di Capo Giuseppe al governo di Washington)

Capo Giuseppe rimase rinchiuso in una riserva per 27 anni, non fu mai rimandato nella sua terra natia perché considerato troppo pericoloso, morì, secondo il medico della riserva, di "crepacuore"

image

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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 12:05:36    Oggetto:  
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IL PIANTATORE DI MAIS

Da quattro anni pianto il mais:
i corvi se lo rubano;
la pioggia se lo beve ;
il sole d'agosto lo brucia;
le cavallette si mangiano le foglie.

Me ne sto in un cerchio,
spargendo i chicchi.
I vecchi sorridono, poichè sanno
che il vento porterà il seme
al mio vicino.

Me ne sto in piedi in un cerchio
sui semi che ho sparso.
Le talpe scavano i cunicoli sotto terra
e si appropriano del mio raccolto.

Spargo i semi nell'aria
e il vento, col suo soffio, li disperde nel deserto.

Da otto anni ormai semino il mais ;
giorno per giorno sorveglio i miei campi.
Dopo il raccolto, in settembre, porto il mais al mercato.
Gli uomini del mio villaggio sono troppo poveri per acquistarlo.

Nella primavera del nono anno
intreccero' copricapi di penne di pollo,
fabbrichero' tamburi di plastica e cinture adorne di perle.
Ricco diventero',

Mi comprero' una vecchia Ford,
andro' a Chicago
e mi ubriachero'
con il sussidio assistenziale del governo.


Maurice Kenny



LE COMUNITA' INDIANE sono le piu' povere degli Stati Uniti. Il tasso di disoccupazione è estremamente alto e i bisogni sociali sono paragonabili a quelli del Terzo Mondo.
I versi della poesia di Kenny ( " Ricco diventero' e mi comprero' una vecchia Ford ") sono una satira amara di questa penosa situazione economica e dell'attuale, ridicola commercializzazione della cultura e delle tradizioni indiane.

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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 12:06:09    Oggetto:  
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NOI TUTTI ABBIAMO PAURA DI RIMANERE DA SOLI. Si, perchè il silenzio ci rende consapevoli di quanto siamo isolati. PEr questo cerchiamo di colmare il nostro vuoto, illudendoci di trovarci in compagnia di tanti amici, oppure coinvolti in una miriade di attività che ci tengono occupati. Ci abbandoniamo quindi a questo influsso dinamico, ci perdiamo letteralmente nella nostra illusione e ci sentiamo convinti che cio' possa mettere in fuga la paura della solitudine. Comunque, io credo, il grande valore del silenzio è proprio il fatto di essere soli. Infatti, solamente cosi' riusciamo a riconoscere di trovarci soli, al centro dell'universo. Sapere di essere una semplice particella di un entità sorprendentemente grande , ( diciamo pure smisurata ) è proprio quello che ci consola . La maggior parte di noi vive nella città, o quantomeno all'interno di comunità o agglomerati.Ben pochi sono coloro che escono nella notte e si avventurano lontano dai centri abitati, per andare alla ricerca delle stelle da contemplare. Eppure, lasciate che ve lo dica : trovarsi da soli nell'oscurità, in un luogo sperduto e dimenticato da DIo ( quale puo' essere Lukachucai, in Arizona ) ed essere senza compagnia, a osservare le stelle del cielo è un esperienza esaltante.Già riesco a immaginarmi la reazione di timore e reticenza, da parte di qualcuno, al proporgli una simile avventura.Tutto sommato, comunque, io ritengo che valga la pena di viverla , se non altro per riconoscere la nostra superbia, la quale spesso ci porta a sopravalutarci. In momenti come questi, la nostra vita finisce per diventare una cosa marginale, nello stesso istante in cui ci sentiamo sperduti, spaesati e quasi dispersi nel nulla. Il silenzio intorno a noi, allora, si trasforma in dolore di rabbia. Si, ci rendiamo conto di avere disimparato a vivere con lui, dato che poche sono le occasioni della vita che ce lo permettono. In una parola, non siamo piu' abituati a vivere nel silenzio e la quiete ci rende inquieti.



N.Scott Momaday

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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 12:09:49    Oggetto:  
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HOKA HEY

Quando al mattino ti svegli, ringrazia il tuo Dio per la luce dell'aurora,per la vita che ti ha dato e per la forza che ti ritrovi nel tuo corpo.Ringrazia il tuo Dio anche per il cibo che ti dà e per la gioia della vita.Se non trovi un motivo per elevare una preghiera di ringraziamento,allora vuol dire che sei in errore.

Tecumseh (Shawnee)

NON CONDANNERO' MAI UN MIO FRATELLO FINO A QUANDO

AVRO' CAMMINATO PER UN MIGLIO NEI SUOI MOCASSINI


(inciso su pelle di caribu' e donato a padre Luciano Cupia
da una donna indiana canadese)




Lakota ( Sioux )

La mia mano non è del colore della tua,
ma se mi pungo uscirà sangue e sentirò dolore.
Il sangue è dello stesso colore del tuo,
Dio mi ha fatto e sono un uomo.

Orso in Piedi



Lungo il cammino delle vostra vita fate in modo di non privare gli altri della felicità. Evitate di dare dispiaceri ai vostri simili ma, al contrario, vedete di procurare loro gioia ogni volta che potete!


Proverbio Sioux



QUATTRO STRADE - Diablo, Apache della Montagna Bianca
da: "Il Grande Spirito parla al nostro cuore" Ed. Red
Ci sono quattro strade che possono portarti dove vuoi andare.
La prima ti conduce dove ti manda il tuo primo pensiero.
Non è la strada giusta. Rifletti un poco.
Affronti allora la seconda.
Rifletti nuovamente ma non scegli ancora.
Finalmente, alla quarta riflessione tu sarai sulla strada giusta.
Così non rischierai più nulla.
Qualche volta, lascia passare una giornata prima di risolvere il tuo problema.





L'AMORE - Capo Dan George
da: "Il Grande Spirito parla al nostro cuore"
Amici miei, quando disperatamente abbiamo bisogno di essere amati e di amare. Quando Cristo disse che l'uomo non vive di solo pane, parlava di una fame. Questa fame non era quella del corpo. Non era la fame di pane. Parlava di una fame che ha origine nel profondo del nostro essere. Parlava di un bisogno necessario come l'aria che respiriamo parlava del bisogno d'amore.
L'amore è qualcosa che tu ed io dobbiamo avere. Dobbiamo averlo perché il nostro spirito si nutre di esso.
Noi dobbiamo averlo perché senza di esso noi perdiamo le nostre forze e ci indeboliamo. Senza amore la nostra autostima viene meno. Senza di esso il nostro coraggio viene a mancare.
Senza amore non sappiamo affrontare con sicurezza il mondo.
Ci ripieghiamo su noi stessi e cominciamo a trovare nutrimento nelle nostre stesse personalità.
E così, poco a poco, ci distruggiamo. Grazie ad esso siamo creativi. Grazie ad esso procediamo infaticabilmente.
Grazie ad esso, e solamente grazie ad esso, siamo capaci di sacrificarci per gli altri.



RINGRAZIA IL GRANDE SPIRITO, PER TUTTI I SUOI DONI.

Venera gli anziani; se lo farai, sarà come venerare la saggezza e la vita.

Venera la vita, in tutte le sue forme; questo servirà a rinforzare il tuo
spirito.

Venera le donne; se lo farai, sarà come venerare il dono della vita e dell'amore.

Sii fedele alla tua parola; se lo sarai, a te stesso e agli altri rimarrai fedele.

Sii gentile e benevolo, pronto a dividere.

Sii aperto alla pace; solo cosi' , infatti, potrai permettere agli altri di raggiungere la pace suprema.

Sii coraggioso; solo cosi', infatti, riuscirai a far crescere la forza negli altri.

Sii prudente in tutto; osserva soltanto, ascolta e pondera ogni situazione; solo cosi', infatti, potrai chiamarti assennato.


Canto Ojibway

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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 12:11:16    Oggetto:  
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IO SONO UNA ROCCIA ,
ho visto la vita e la morte,
ho conosciuto la fortuna, la preoccupazione e il dolore.
Io vivo una vita da roccia.
Sono una parte della nostra Madre, la Terra.
Ho sentito battere il suo cuore sul mio,
ho sentito i suoi dolori e la sua gioia.
Io vivi una vita di roccia.
Sono una parte di nostro Padre ,il Grande Mistero.
Ho sentito le sue preoccupazioni e la sua saggezza.
Ho visto le sue creature, i miei fratelli,
gli animali, gli uccelli,i fiumi e i venti parlanti , gli alberi ,
tutto quello che sulla Terra
e tutto quello che nell'universo è.
Io sono parente delle stelle.
Io posso parlare, quando conversi con me
e ti ascoltero' quando parlerai.
Io ti posso aiutare , quando hai bisogno di aiuto.
Ma non mi ferire , perchè io posso sentire , come te.
Io ho la forza di guarire , eppure all'inizio tu dovrai cercarla.
Forse tu pensi che io sia solo una roccia ,
che giace nel silenzio, sull'umido suolo.
Ma io non sono questo.
Io sono una parte della vita ,
io vivo, io aiuto coloro che mi rispettano.


Penna D' Aquila Danzante



Questo testo di Cesspooch ( Penna d'aquila danzante) venne pubblicato nel 1973 nel "Akwesasne notes".La lirica indiana moderna riesce spesso ad unire le incertezze dei tempi odierni ( " Forse tu pensi...") con la calma dell'antico modo di pensare indiano.



QUESTO GIORNO E' FINITO

Quando il giorno è finito,
io penso a tutto quello che ho fatto.
Ho sprecato il giorno
oppure ho raggiunto qualchecosa?
Mi sono fatto un nuovo amico ,
oppure un nemico?
Ero irascibile con tutti ,
oppure amichevole?
Anche quello che ho fatto oggi
è trascorso.
Mentre dormo,
il mondo porta con se un nuovo giorno luminoso,
che io posso utilizzare
o sprecare
o farne cio' che voglio.
Stasera mi prefiggo:
saro' buono,
saro' gentile,
faro' qualchecosa,
che sia degna di essere fatta.


Calvin O. John



Calvin O. John , nato nel 1946 a Denver, nel Colorado, si è fatto un nome come poeta e come pittore.



Il contatto con la cultura degli Indiani d'america non può lasciare indifferenti, perché le loro culture racchiudono un patrimonio per la mente e per l'anima. Occorre sfatare preconcetti e pregiudizi, che possono accompagnarci, anche nostro malgrado, considerata l'impostazione della nostra storiografia.

Il primo pregiudizio è che gli Indiani siano "popoli senza storia", sull'assunto, stabilito da noi del "cervello sinistro", che la trasmissione scritta, per di più cronologica, sia l'unico modo di registrare la storia.
Per i pre-colombiani, con l'unica eccezione dei Maya, la trasmissione è orale, e non è meno fedele delle parole scritte su pietra, papiro, argilla o carta.
La parola, per gli Indiani, è energia che incontra altra energia e non può essere rinchiusa nella rigidità di regole o strumenti.
Come per tutti i popoli vicini alle origini, la parola è sacra e in modo sacro deve essere tramandata. E il modo più vicino allo Spirito è, come dicono i Sioux, "l'Uccello Sacro della memoria".
La storia di ogni popolo è la "parola degli Antenati" e quindi deve essere tramandata con fedeltà e rispetto assoluti.
Gli Anziani e più di tutti gli Sciamani ne sono i custodi e i responsabili, vere enciclopedie viventi, che tramandano i ricordi ancestrali attraverso la parola e li lasciano in eredità a chi "inizia i passi dove finiscono i loro".

Il secondo pregiudizio da sfatare è che nelle culture Indiane non ci sia progresso. Per gli Indiani la crescita avviene nell'interno della propria coscienza, in armonia con le leggi della Terra e del Cosmo, nel cerchio del tempo che va e ritorna come onde del mare, senza alcuna progressione lineare.
Ogni punto dell'arco del tempo è uguale per ogni generazione.
Il problema è che spesso noi confondiamo il concetto di progresso con quello di evoluzione tecnologica.
L'Antropologia ci ha insegnato infatti che non esistono culture o civiltà superiori o inferiori, il nostro pianeta rappresenta una pluralità di civiltà, ciascuna unità coerente da considerare dall'interno dei suoi aspetti, che sono ciò che si intende come cultura.

Il terzo pregiudizio, forse il più grande e grosolano è l'accusa di essere senza religione. Gli Indiani di tutte le Americhe sentono lo Spirito in ogni azione, in ogni manifestazione ed in ogni momento e ne ricercano incessantemente la presenza attraverso i simboli.
Per loro il dono della visione mistica è il traguardo supremo di ogni vita. ed ecco cosa risponde un Capo del XIX secolo in una registrazione ufficiale: "Eravamo un popolo senza leggi, ma eravamo in ottimi rapporti con il Grande Spirito, Creatore e Signore del Tutto. Ci giudicavate dei selvaggi. Non capivate le nostre preghiere, né cercavate di capirle. Quando cantiamo le nostre lodi al sole, alla luna e al vento, ci trattate da idolatri... Senza capire, ci avete condannati come anime perse, solo perché la nostra religione è diversa dalla vostra". (fonte Elda Fossi)

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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 12:43:58    Oggetto:  
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Pocahontas

"MATOACKS"

Fiume lucente tra due montagne

Confederazione Powhatan

Nata nell' anno 1594 circa in Virginia.

Morta l'11 aprile 1617 a Grovesend, Inghilterra.

(Da una lettera del Capitano John Smith alla Regina Anna d' Inghilterra)

"Pocahontas, l'amata figlia del re, allora una ragazzina di dodici o tredici anni,

ha rischiato, mentre stava per assistere mia esecuzione capitale,

di perdere la sua testa al posto della mia."



Capo Giuseppe



"Hin-mah-too-yah-lat-kekt"

Tuono che rimbomba sui monti

(1832-1904)

Nasi Forati (Nez Percè)

grande guerriero la cui strategia di guerriglia si insegna

ancora oggi all'accademia militare americana di West Point.

"La terra fu creata con l'aiuto del sole e tale dovrebbe restare...La terra fu fatta senza linee di

demarcazione, e non spetta all'uomo dividerla... Vedo che i bianchi in tutto il paese accumulano

ricchezze, e vedo il loro desiderio di darci terre senza valore... La terra ed io siamo dello stesso parere.

Le dimensioni della terra e le dimensioni dei nostri corpi sono le stesse. Diteci, se potete dirlo, che siete

mandati da una Potenza Creatrice a parlare con noi. Forse voi pensate che il Creatore vi ha mandati qui

a disporre di noi come meglio vi pare. Se io pensassi che voi siete inviati dal Creatore, potrei essere

indotto a pensare che avete il diritto di disporre di me. Non fraintendetemi, ma capitemi pienamente

tenendo conto del mio amore per la terra. Io non ho mai detto che la terra è mia per farne ciò che mi

pare. L'unico che ha diritto di disporne è chi l'ha creata. Io chiedo il diritto di vivere sulla mia terra e di

accordare a voi il privilegio di vivere sulla vostra."


Nuvola Rossa

"Makphya Luta"

(1822-1909)



Sioux Oglala

uno dei più grandi guerrieri che con la propria personalità ed il proprio coraggio

ha scritto pagine gloriose della storia indiana.

Alcuni storici lo considerano il personaggio indiano di maggior rilievo della storia moderna.

"Non ci interessa la ricchezza, essa non è utile e non la si può portare con sè da morti.

Vogliamo allevare i nostri figli. Della ricchezza che voi inseguite, non sappiamo che farcene;

vogliamo solamente amore e pace."

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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 12:44:54    Oggetto:  
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La terra sarà la mia coperta"

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Questo il canto con cui Tatanka Iyotaka- uno dei più grandi padri della nazione lakota - prevedendo la sua fine, chiedeva al suo popolo di prendersi cura del suo corpo.

Toro Seduto fu ucciso a tradimento il 15 dicembre 1890. Unica sua colpa, desiderare di pregare per il bene del popolo. Il grande leader spirituale infatti era venuto a conoscenza del fatto che a sud la sua gente voleva celebrare una Danza degli Spettri. Bastò questo perché, dall'agenzia di Standing Rock, venissero inviati 43 poliziotti per catturarlo ed impedirgli di unirsi alla preghiera.

All'alba di quel gelido 15 dicembre essi irruppero nella sua capanna e lo trascinarono fuori nella neve. I suoi uomini gli si strinsero intorno, ma nel conflitto a fuoco che seguì un poliziotto gli sparò alla testa ferendolo a morte. Una triste storia che molti conoscono.

Quello che forse molti non sanno è che, ancora oggi, il 15 dicembre gli Hunkpapa di Standing Rock insieme alle altre bande che compongono la nazione Lakota si riuniscono ogni anno per celebrare una Cerimonia in onore della memoria di Tatanka Iyotaka i cui resti riposano a Mobridge sotto una stele funeraria in granito.

E che, ogni anno, decine e decine di giovani Lakota si laureano nel Sitting Bull College a lui dedicato. Giovani che vanno incontro al futuro tenendo nella mente e nel cuore il suo esempio, i suoi insegnamenti e le sue parole: "E' primavera!...Ogni seme si risveglia alla vita, e lo stesso accade nel mondo degli animali. Un misterioso potere a cui anche noi dobbiamo la vita e che ci unisce a tutti gli altri esseri, anche agli animali. Per questo abbiamo il dovere di concedere loro lo stesso diritto che noi abbiamo di vivere in questa terra sconfinata... Ma oggi abbiamo a che fare con un altro popolo che afferma che nostra madre, la Terra, è alla sua mercé, che la sfregia con le sue costruzioni e i suoi rifiuti; che la costringe a dare frutti fuori stagione e che quando è sterile la forza a produrre di nuovo. Tutto questo è sacrilego....Ora questo popolo vuole portarci via anche il bisonte e i territori di caccia. Fratelli, dobbiamo subire? O rispondere piuttosto: Uccidete me, prima di possedere ed uccidere la terra dei miei Padri?"

_________________
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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 12:46:13    Oggetto:  
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IL GIORNO VOLGE ALLA FINE.

Rifletti, pensa ancora una volta,
alle preoccupazioni che ti ha portato.
Serbane un paio,
e le altre gettale via!

Calvin O. John



CANTO DELLA GIOIA

Sono una piuma nel cielo chiaro
Sono il cavallo blu, che corre attraverso la Prateria
Sono il pesce che si muove luccicante nell'acqua
Sono l'ombra, che segue un bambino
Sono la luce della sera sul prato
Sono l'aquila che gioca con il vento
Sono un pugno di perle colorate
Sono la stella più lontana
Sono il fresco del mattino
Sono il rumore della pioggia
Sono il luccichio sulla cresta nevosa
Sono il sentiero della luna sull'acqua
Sono una fiamma di quattro colori
Sono un cervo che si staglia lontano nel tramonto
Sono un campo di sommacco e di rape della prateria
Sono il cuneo di oche che volano nel cielo d'inverno
Sono la fame del giovane lupo
Sono il sogno che racchiude tutto questo

Guarda, io vivo, io vivo
Ho fatto amicizia con la terra
Ho fatto amicizia con il divino
Ho fatto amicizia con tutto ciò che è bello
Ho fatto amicizia con la figlia di Tsen-Tainte
Guarda, io vivo, io vivo


N. Scott Momaday



Come furono divisi il giorno e la notte



Dopo che fu fatto il mondo, alcuni animali volevano che fosse sempre giorno. Altri preferivano che fosse sempre notte. percio' litigarono, e non riuscivano a trovare un accordo. Dopo un certo tempo decisero di riunirsi a concilio e chiesero a Nokosi, l'Orso, di presiedervi.
Nokosi propose che votassero perchè fosse sempre notte, ma Mastica-Mastica, lo Scoiattolo Terrangolo, disse:"Vedo che Wotko l'Orsetto lavatore ha sulla cosa degli anelli tutti uguali, prima scuri e poi chiari. Penso che il giorno e la notte dovrebbero essere divisi come gli anelli sulla cosa di Wotko."
Gli animali furono sorpresi dalla saggezza di Mastica-Mastica, Votarono in favore della sua proposta e divisero il giorno e la notte come gli anelli chiari e scuri sulla coda di Wotko l'Orsetto Lavatore, che si susseguono regolarmente.
Ma Nokosi l'Orso si arrabbio' a tal punto con Mastica-Mastica che aveva rigettato la sua proposta, che allungo' una zampa e con gli unghioni affilati graffio' la schiena dello Scoiattolo Terragnolo. Questa è la causa della presenza di tre strisce sulla schiena di tutti i suoi discendenti Scoiattoli Terragnoli

LE COLLINE SONO SEMPRE PIU' BELLE delle case di pietra .
In una grande città la vita si riduce ad un'esistenza artificiale.
Molti uomini sentono ancora a stento la vera terra sotto i piedi,
vedono ancora appena crescere le piante, eccetto che in vasi da fiori,
e solo di rado lasciano dietro di se le luci delle strade, per lasciar agire
su di loro la magia di un cielo notturno cosparso di stelle.
Quando gli uomini vivono cosi' lontano da tutto quello che il Grande
Spirito ha creato, allora dimenticano facilmente le loro leggi.


TATANGA MANI


Tatanga Mani aveva 87 anni quando pronuncio' queste parole in un discorso tenuto a Londra durante il suo viaggio intorno al mondo.

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale

c'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek.

I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora lì
chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì

a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
il lampo in un orecchio nell'altro il paradiso
le lacrime più piccole
le lacrime più grosse
quando l'albero della neve
fiorì di stelle rosse

ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek

Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c'erano solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare

la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale

ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek”

Così Fabrizio De Andrè ricordò il massacro di Wounded Knee.
_________________

_________________
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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 12:47:59    Oggetto:  
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<discorso di apertura delle cerimonie sacre degli Irochesi>


Volgiamo la mente alla nostra Madre Terra, perché il Creatore ha fatto la
nostra Madre e noi siamo sul suo corpo. Fin dall'inizio dei tempi la nostra
Madre Terra ci ha dato tutto quello di cui abbiamo bisogno, ci ha sostenuto.
La gente qui e tutta la gente ovunque dovrebbe pensare a questo e porgere
saluti e ringraziamenti alla nostra Madre Terra, che ha sempre seguito le
istruzioni del Creatore.

Così salutiamo la Madre Terra.

Salutiamo anche i corpi d'acqua, i fiumi, i grandi laghi, i torrenti, i
pozzi e le sorgenti. Il Creatore ha creato anch'essi. Ha dato vita a quelle
acque e dirige l'acqua perché collabori mano nella mano con tutta l'altra
vita che ha posto su questa Terra. Così, quando noi beviamo l'acqua ogni
giorno, la freschezza di quell'acqua e l'estinzione della nostra sete ci
portano alla mente la comunanza cui partecipiamo. Vorrei chiedere che la
nostra gente, mentre beve quest'acqua oggi, lasci che le menti si uniscano
come fossero una sola mente.

Offriamo il nostro saluto a tutta l'acqua del mondo, che ci ha portato così
lontano.

C'era un'altra cosa che il Creatore ha posto su questa Terra: l'erba e tutte
le medicine e la diversa vegetazione. Il piano del Creatore fu che saremmo
stati interdipendenti l'uno dall'altro: da queste erbe che nutrono gli
animali, la selvaggina e da quelle medicinali che risanano le malattie.
Anche se l'umanità ha dimenticato i segreti e la conoscenza e il modo
appropriato con cui trattare queste cose, le medicine non hanno dimenticato.
Esse aspettano ancora ogni giorno e ogni notte gli esseri umani e il mondo
animale chiede loro aiuto perché la pace possa venire e la malattia possa
andarsene.

Così, poiché siamo essere smemorati, pensiamo in questo modo e porgiamo il
nostro saluto alle medicine e alla vegetazione del mondo.

C'è un'altra cosa. Il Creatore pose su questa Terra la vita alata. Gli
uccelli volano sopra le nostre teste e nel primo mattino cantano le loro
canzoni per ricordarci di questa vita. Le loro canzoni ci scuotono le menti.
La vita alata fa questo, anche se sono pochi, come noi ora. La vita alata
lotta ancora per portare la felicità alla mente dell'umanità. E all'Aquila,
che era posta sull'Albero della Pace, chiediamo di custodire il nostro
popolo. Chiediamo che tutta la nostra gente pensi a questo la prossima volta
che sente gli uccelli.

Uniamo le nostre menti come fossero una sola e porgiamo il nostro saluto a
tutta la vita alata, com'è nostro dovere perché la vita possa continuare.

Ora dirigiamo la nostra attenzione ai Quattro Venti. Essi soffiano giorno e
notte, fanno muovere l'aria e in questo modo sostengono la vita. Sono stati
creati dal Creatore perché fossero condivisi da tutta la vita. A questi
venti che non sono mai mancati, che sono anch'essi ora ostacolati dall'
umanità, che non sono più così sani, proprio come noi che siamo divenuti
molto malati; a questi venti che ancora si sforzano di vivere e di compiere
i loro doveri. Chiedo che tutta la gente diriga la propria attenzione allo
Spirito e al Potere dei Venti, che non si sono mai scostati dalle istruzioni
del Creatore di fare il loro dovere a beneficio di tutta la vita.

Porgiamo un saluto ai Venti.

A tutte le cose del mondo. E ce ne sono molte. Tutta quella vita ha uno
scopo; per tutta quella vita uniremo le nostre menti come Una sola e
porgeremo la nostra consapevolezza e il nostro saluto a tutte quelle cose
che sono troppe numerose per essere menzionate ora.

E volgiamo ora la nostra mente al Cielo. Il Creatore ha dato il Sole del
Giorno. Esso sarà il nostro Fratello Maggiore e guarderà su di noi, sorelle
e fratelli minori. Brillerà di luce perché possiamo vedere mentre camminiamo
su questa Madre Terra, perché possiamo vederci l'un l'altro, cosicché
vedremo la comunanza reciproca. Con il suo calore la Terra non gelerà; con
il suo calore e potere le cose cresceranno.

Così al nostro Fratello Maggiore, il Sole, che brilla oggi, il più
affidabile che possa esserci, offriremo il nostro saluto; al nostro Vecchio
Fratello Sole, che ha seguito le istruzioni del Creatore dal giorno dell'
inizio sino ad ora. E speriamo di vederlo nuovamente domani. Per questa
ragione abbiamo parole di gratitudine e incoraggiamento per il nostro
Vecchio fratello.

Volgiamo il pensiero ora alla nostra Nonna Luna, che il Creatore ha posto
nel Cielo e che è a capo d tutta la Vita Femminile nel suo ciclo mensile. Il
Creatore ha posto nelle sue mani il dovere di guardare che le famiglie degli
esseri umani continuino. Quando i nostri bambini nascono e noi li sentiamo
piangere per la prima volta, ciò significa che Nonna Luna è ancora forte e
ancora condivide il suo potere con noi. Le maree dell'oceano salgono e
calano, i giardini della Terra producono cibo: sono le azioni di Nonna Luna.
E così siamo in grado di vivere.

Lasciamo dunque che nostre menti siano Una sola e porgiamo il saluto e il
ringraziamento a Nonna Luna, la donna capo della Terra.

E anche alle forze invisibili della Terra rivolgiamo il nostro pensiero. Il
Creatore ha posto questi esseri sulla Terra e ha dato loro il potere
affinché possano guardare su di noi e portare messaggi a tutte le potenze e
al Creatore per riferire come vanno le cose. A questi esseri spirituali
porgiamo il saluto e il ringraziamento.

Ora porgiamo il saluto al nostro Creatore, l'Artefice di tutto il Mondo. All
'inizio del Tempo, quando il mondo era nuovo ed Egli ci fece, disse ai
nostri antenati, i primi antenati: "Ho fatto tutto quello di cui avete
bisogno sulla Terra. Queste cose vi porteranno Pace e Vita, che sarà
continua. In cambio vi do una semplice istruzione: che siate grati per tutto
quello che usate. Mentre camminate sulla Terra, di ogni forma di vita, che
vedete prendete coscienza con gratitudine. Sarete sempre grati".

Così è che il popolo continua le sue cerimonie, che esprimono gratitudine e
coscienza dell'interdipendenza di tutte le cose della natura, necessarie per
vivere di giorno in giorno.

Pensiamo dunque a queste cose e poniamoci di fronte al nostro Creatore, il
Mistero dell'intero Universo, e porgiamo il nostro saluto e ringraziamento.
_________________
Pace non e' solo il contrario di guerra, non e' solo lo spazio temporale tra due guerre... Pace e' di piu'. E' la Legge della vita. E' quando noi agiamo in modo giusto e quando tra ogni singolo essere regna la giustizia. (Detto degli Irochesi)
_________________

Sad

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Gli indiani in guerra




Gli Indiani d’America hanno una lunga storia di militanza nell’esercito Americano. Hanno combattuto in tutte le guerre americane, servendo l’esercito per proteggere il loro Paese, le comunità, le terre e la dignità delle tribù. Nella tradizione indiana per diventare uomini era quello di operare in società guerriere. Molto prima che il congresso concedesse loro la cittadinanza (giugno 1924), i nativi combatterono lealmente in tutte le guerre americane. Durante la Rivoluzione Americana le nazioni Tuscaroa e Oneida combatterono a fianco degli Americani mentre i Cayuga, gli Onondaga, i Mohawk e i Seneca a quello degli Inglesi. Durante la Civil War (1861-1865), alcuni indiani combatterono per l’unione mentre altri si unirono ai confederati. Hanno altresì combattuto nella guerra ispano-americana (1898) e alcuni furono al fianco dei Rought Riders di Roosvelt quando venne assaltata la collina di San Juan. Nella prima guerra mondiali, 12.000 tra uomini e donne prestarono servizi come volontari, dal momento che non erano ancora cittadini statunitensi. Il numero raddoppiò nella seconda guerra mondiale. Si calcola che tra 10.000 e 15.000 nativi abbiano partecipato ad azioni belliche in Corea e oltre 42.000 in Vietnam. Indipendentemente dalla politica che li manda in guerra, le comunità indiane sostengono i propri combattenti, siano essi uomini o donne. I parenti che si occupano del cerimoniale, mandano i soldati in battaglia equipaggiati anche con penne d’aquila, fasci sacri, preghiere di protezione. Sia nella prima che nella seconda guerra mondiale, l’esercito Americano impiegò le lingue indiane come codici segreti. I Nativi trasmettevano e ricevevano i messaggi nella loro lingua nativa. Durante la prima guerra mondiale, i primi indiani ad usare la lingua nativa come codice indecifrabile furono i Choctaw. Nella seconda guerra mondiale la lingua nativa fu impiegata nuovamente, assieme agli idiomi Com’anche, Creek, Hopi, Lakota, Memominee e Ojibway. La frase Comanche “posab-ta-vo” che significa “uomo bianco pazzo”, fu usata per indicare Hitler, Siccome i Comanche sapevano nominate l’aeroplano ma non il bombardiere, i creatori dei codici lo chiamarono in lingua Com’anche “aereo gravido”. Nella seconda guerra mondiale un codice Navajo svolse un ruolo fondamentale nella guerra del pacifico. I crittografi giapponesi erano soliti decifrare i codici con la stessa velocità con la quale venivano creati, ma mai riuscirono a decifrare il codice Navajo. L’idea del codice venne a Philip Johnston, un ingegnere cresciuto in una riserva Navajo. Lo stesso suggerì che i Marines lo impiegassero come base per un codice. Ventinove Navajo che parlavano la loro lingua come l’americano, alcuni dei quali avevano solo 15 anni, realizzarono il codice, simulando battaglie. Al termine, oltre 400 Navajo parteciparono al programma d’impiego di quel codice. Furono usate centinaia di parole che corrispondevano a un’esatta espressione militare (la patata significava granata) o a una lettera dell’alfabeto. Nel 1982, una dichiarazione presidenziale informò del prezioso contributo dato dai Navajo. Nel 1989 il Governo Francese rese omaggio ai creatori di codici sia Comanche che Choctaw offrendo l’onorificenza di Chevalier de L’Ordre National de Morite al Capo Choctaw Hollis Roberts e al presidente dei Comanche Kenneth Saupitty nel corso di una cerimonia all’Oklahoma State Capitol. Erano presenti tre Comanche che avevano partecipato all’operazione. Tra tutti ricordiamo Ira H. Hayes, un Pima dell’Arizona, che si arruolò nei Marine nel 1942, Combattà in tutto il Pacifico e raggiunse il grado di Caporal Maggiore in seguito alle campagne di Vella Lavella e Bougainville. Nel 1945 Hayes partecipò a un’avanzata sul monte Suribachi nell’isola giapponese di Iwo Jima, durante la quale, con altri cinque Marine, issò sulla cima del monte la bandiera americana sotto un nutrito fuoco di artiglieria.


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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 12:52:32    Oggetto:  
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ECCO LA PIU’ BELLA E PROFONDA DICHIARAZIONE SULL’AMBIENTE

CHE MAI SIA STATA SCRITTA:

ANNO 1854

RISPOSTA DEL CAPO INDIANO SEATTLE AL GRANDE CAPO BIANCO DI WASHINGTON, CHE VOLEVA COMPERARE UNA GRANDE ESTENSIONE DI TERRE INDIANE, PROMETTENDO AGLI INDIANI UNA RISERVA.



Come si può comprare e vendere il firmamento o il calore della terra ?

Noi non conosciamo questa idea. Se non siamo padroni del fresco dell’aria nè della purezza delle acque, voi come potete comprarli ? Ogni pezzetto di questa terra è sacro per il mio popolo; ogni granello di sabbia della spiaggia, ogni goccia di rugiada dei boschi e perfino il ronzio di ogni insetto è sacro per la memoria ed il passato del mio popolo.

La linfa che circola nelle vene degli alberi porta con sè la memoria dei pellerossa. I morti dell’uomo bianco, quando iniziano il loro cammino fra le stelle dimenticano il loro paese di origine; in cambio i nostri morti non possono mai dimenticare questa terra buona, dato che è la madre dei pellerossa. Noi siamo parte della terra ed allo stesso tempo la terra è parte di noi.

I fiori profumati sono nostri fratelli; la selvaggina, il cavallo, la grande aquila: sono tutti nostri fratelli. Le montagne scoscese, i prati umidi, il calore del corpo del cavallo e l’uomo appartengono tutti alla stessa famiglia.

Perciò quando il grande capo di Washington nel suo messaggio ci dice di voler comprare le nostre terre, ci sta domandando troppo.

Ma il Grande Capo ci dice anche che ci lascierà un luogo dove poter vivere confortevolmente fra di noi. Lui diventerà il nostro padre e noi i suoi figli. Per questo prendiamo in considerazione la sua offerta di comprare le nostre terre. Non è facile, perchè questa terra per noi è sacra. L’acqua che scorre nei fiumi e nei torrenti, non è acqua solamente, ma rappresenta anche il sangue dei nostri antenati.

Se vendiamo le terre, dovete ricordarvi che sono sacre ed allo stesso tempo glielo dovete insegnare ai vostri figli; e gli dovete insegnare che ogni riflesso fantasmagorico nelle acque limpide dei laghi racconta la storia e le memorie della vita della nostra gente. Il mormorio dell’acqua è la voce del padre di mio padre. I fiumi sono nostri fratelli e saziano la nostra sete; portano le nostre canoe ed alimentano i nostri figli. Se vendiamo le nostre terre, dovete ricordare ed insegnare ai vostri figli che i fiumi sono nostri fratelli e quindi dovete trattarli con la stessa dolcezza con cui si tratta un fratello.

Sappiamo che l’uomo bianco non capisce il nostro modo di vivere. Lui non sa distinguere fra un pezzo di terra ed un altro, perchè è come un estraneo che arriva di notte e prende dalla terra ciò di cui ha bisogno. La terra non gli è sorella, ma nemica, ed una volta conquistata prosegue il suo cammino lasciandosi dietro la tomba dei suoi padri, e non gli importa niente. Sequestra la terra ai suoi figli: ed anche questo non gli importa. Dimentica sia la tomba dei suoi padri sia il patrimonio dei suoi figli. Tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il firmamento, come oggetti che si comprano, si sfruttano e si vendono come pecore.

La sua fame divorerà la terra e lascierà dietro di sè solo il deserto.

Non so, ma il nostro modo di vivere è diverso dal vostro. Solamente il vedere le vostre città rattrista i pellerossa. Ma forse sarà perchè il pellerossa è un selvaggio e non capisce niente.

Nella città dell’uomo bianco non esiste un uomo tranquillo, nè un luogo dove ascoltare come si aprono le foglie degli alberi in primavera o come volano gli insetti. Ma anche questo dev’essere perchè sono solo un selvaggio che non capisce niente.

Il rumore sembra un insulto alle nostre orecchie. E dopotutto, a che serve la vita se l’uomo non può ascoltare il grido solitario del gufo, nè le discussioni notturne delle rane sulla riva della palude?

Sono un pellerossa e non capisco niente. Noi preferiamo il lieve sussurro del vento sulla superficie della palude e pure l’odore dello stesso vento purificato dalla pioggia del mezzogiorno o profumato dall’aroma del pino.

L’aria ha un valore incalcolabile per il pellerossa, perchè tutti gli esseri partecipano della stessa aria: la bestia, l’albero, l’uomo, tutti respirano la stessa aria. L’uomo bianco non sembra consapevole dell’aria che respira: come un moribondo durante un’agonia molto lunga egli è insensibile alla puzza.

Ma se vendiamo le nostre terre dovete ricordarvi che l’aria per noi è inestimabile. Il vento che ha dato il primo respiro di vita ai nostri nonni riceve anche il loro ultimo respiro.

E se vi vendiamo le nostre terre, voi dovete conservarle come qualcosa di diverso e sacro, come un luogo dove anche l’uomo bianco possa assaporare il vento profumato dei fiori dei prati.

Per questo prendiamo in considerazione la vostra offerta di comprare le nostre terre. Se decidiamo di accettarla, io porrò delle condizioni: l’uomo bianco dovrà trattare gli animali di questa terra come suoi fratelli.

Sono un selvaggio e non capisco altro modo di vivere.

Ho visto migliaia di bufali marcire nelle praterie, uccisi dalle pallottole dell’uomo bianco, sparate da un treno in marcia. Sono un selvaggio e non capisco come una macchina fumante possa interessare di più del bufalo che noi ammazziamo solo per sopravvivere.

Che sarebbe dell’uomo bianco senza gli animali? Se fossero sterminati tutti, anche l’uomo bianco morirebbe di solitudine spirituale perchè ciò che succede agli animali, succederà anche all’uomo.

Tutto è collegato.

Dovete insegnare ai vostri figli che la terra che voi calpestate è la cenere dei nostri padri. Inculcate ai vostri figli, come noi abbiamo insegnato ai nostri, che la terra è la nostra madre.

Tutto ciò che accade alla terra, accadrà ai figli della terra.

Se gli uomini sputano in terra, sputano su sè stessi.

Questo noi sappiamo: la terra non appartiene all’uomo, ma è l’uomo che appartiene alla terra.

Questo è ciò che sappiamo. Tutto è collegato, come il sangue che unisce una famiglia. Tutto è collegato.

Non è stato l’uomo a tessere la trama della vita: egli è soltanto un filo. Quello che fa alla trama, lo fa a sè stesso.

Neppure l’uomo bianco, il cui Dio passeggia e parla con lui da amico ad amico, sfuggirà al destino comune.

Nonostante tutto, forse siamo fratelli. Lo vedremo.

Sappiamo una cosa che forse l’uomo bianco un giorno scoprirà: il nostro Dio è lo stesso Dio.

Voi adesso potete pensare che vi appartenga così come desiderate che vi appartengano le nostre terre. Ma non è così.

Egli è il Dio degli uomini e la sua compassione si distribuisce nella stessa misura fra il pellerossa e l’uomo bianco.

Questa terra ha un valore inestimabile per Lui e se viene danneggiata si provocherebbe l’ira del Creatore.

Anche i bianchi perirebbero, forse prima delle altre tribù.

Contaminate i vostri letti ed una notte perirete affogati nei vostri stessi residui.

Ma voi camminerete verso la vostra distruzione circondati di gloria, ispirati dalla forza del Dio che vi ha guidati a questa terra e che a causa di qualche destino speciale vi ha dato il dominio su di essa e sopra i pellerossa.

Questo destino è per noi un mistero, in quanto non capiamo perchè vengono sterminati i bufali, perchè si domano i cavalli selvaggi, perchè vengono saturati gli angoli segreti dei boschi con il respiro di tanti uomini e si riempie il paesaggio delle colline lussureggianti con cavi parlanti.

Dov’è la pianura ? Distrutta

Dov’è l’aquila ? E’ scomparsa.

Finisce la vita ed incomincia la sopravvivenza.


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La tela della vita

La terra non appartiene all'uomo,
e' l'uomo che appartiene alla terra
e tutte le cose sono collegate
come il sangue di una famiglia.
Qualunque cosa capita alla terra,
capita anche ai figli della terra,
quindi non e' stato l'uomo a tessere
la tela della vita,
egli ne e' soltanto un filo.
Qualunque cosa faccia alla tela la fa a se.

(Capo indiano Sioux Caprido Zoppo)

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La leggenda della creazione


Narra una leggenda pellerossa che Dio per creare l'uomo, si servì di acqua e farina.

Il primo giorno preparò un impasto e lo mise in forno.

Ma ahimè, Dio si dimenticò di inserire il timer e così sfornò un pane assai cotto e piuttosto bruciato.

Allora Dio disse: "Questa sarà la razza nera".

Il secondo giorno allo stesso modo Dio fece un altro impasto.

Ma ahimè per la paura di bruciarlo, sfornò il pane in breve tempo, e così l'impasto risultò poco cotto.

Allora Dio disse: "Questa sarà la razza bianca!".

Il terzo giorno allo stesso modo Dio fece un altro impasto.

Insieme ad acqua e farina aggiunse troppo olio, per la paura di bruciarlo nuovamente.

Ma ahimè Dio sfornò un pane troppo dorato.

Allora Dio disse: "Questa sarà la razza gialla !".

Il quarto giorno allo stesso modo Dio fece un altro impasto, stando attento a ben dosare olio e cottura, così sfornò un pane ben cotto.

Allora Dio disse: "Questa sarà la razza pellerossa!"

_________________
“Solo quando l'ultimo fiume sarà prosciugato, quando l'ultimo albero sarà abbattuto,
quando l'ultimo animale sarà ucciso, solo allora capirete che il denaro non si mangia."
(Capo Toro Seduto dei Sioux Lakota)
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Cultura, poesie e preghiere degli Indiani d'America
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