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Cultura, poesie , preghiere indiani d'America
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Cultura, poesie e preghiere degli Indiani d'America
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gemma

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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 13:58:37    Oggetto:  
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La leggenda dell' Orso Addormentato



Molto tempo fa, in un luogo selvaggio, prima che ci fossero canoe sui fiumi, prima che le navi attraversassero i laghi, c'era una bellissima foresta vicino a un grande lago. Oggi quella foresta è lo stato del Wisconsin e il lago si chiama Lago Michigan. Ma ci fu un tempo prima dei nomi e prima che molti luoghi avessero gente, prima degli agricoltori e prima che i nativi americani piantassero gli alberi di ciliegie e mele...
In questo tempo e in questa foresta vicino al lago viveva l'Orsa Madre. Aveva il pelo più nero della notte e gli occhi grandi. L'Orsa aveva due cuccioli che erano giocosi. I tre vivevano insieme in un covo in mezzo a un campo di fiori. Ogni mattina, quando gli uccelli cantano, l'Orsa e i cuccioli andavano al ruscello. Tutti gli animali bevevano là. L'Orsa pescava le trote per prima colazione. Dopo, sedevano sulla riva e mangiavano le nocciole e i mirtilli.
Ogni pomeriggio gli orsi camminavano attraverso la foresta fino al lago. Il lago era così grande che non si poteva vedere l'altra riva. L'acqua sembrava scomparire nel cielo. Gli orsi facevano il bagno e giocavano e correvano dietro ai gabbiani. Ogni sera, l'Orsa conduceva i cuccioli alla tana dove lei teneva fra le braccia i piccoli fino a quando dormivano.
Una mattina, mentre camminavano nel bosco, si sentì un colpo forte come il tuono. L'Orsa si sollevò a due zampe e annusò l'aria. C'erano fiamme negli alberi e fumo nell'aria. C'era un fuoco! Gli orsi corsero alla riva del fiume e la madre ordinò ai cuccioli di correre al lago. Tutti gli animali del bosco corsero al lago con gli orsi.
Quando arrivarono in riva al lago, l'Orsa gridò: "Bambini, dobbiamo andare via! Dobbiamo nuotare attraverso il grande lago. Ricordate sempre, vi amo molto!" Cominciarono a nuotare. Il lago era profondo e molto freddo. Le onde erano grandi e il vento era forte. "Miei bambini nuotate con tutta la vostra forza. Se vogliamo vedere l'altra riva, dobbiamo nuotare per tutta la notte". I cuccioli promisero di nuotare tutta la notte.
Nuotarono e nuotarono e ogni ora erano più stanchi. Il sole diventava più grande e più caldo. Nuotarono ancora e il sole tramontava e diventava più freddo. Mentre nuotavano, l'Orsa guardava i cuccioli lottare contro l'acqua. Ogni minuto che passava i loro volti erano piu piccoli.
Fu ancora notte e l'Orsa poté sentire i rumori dell'altra riva. Poté sentire le civette e i lupi. Quando il sole diventò di nuovo grande l'Orsa era stanca morta. Quando si girò a guardare i cuccioli, non li vide più. Sulla riva l'Orsa cadde e la terra le sembrò strana. C'erano colline di sabbia molto grandi, che oggi si chiamano dune.
L'Orsa aspettò i cuccioli, ma non riuscì più a vederli. La mamma piangeva: "Miei bambini, arrivate! Voi siete forti e intelligenti. Bambini, potete sentirmi? Vi aspetterò per sempre".
L'Orsa salì sulla collina più alta. Guardò tutta l'acqua scura e profonda, ma non vide i suoi cuccioli. Tutto il giorno la mamma gridò: "Miei bambini, potete sentirmi? So che dovreste essere qui vicino. Miei bambini vi aspetto, vi aspetto sulla collina".
L'Orsa aspettò fino alla notte e aspettò ancora fino alla mattina. Aspettò mentre i fiori si aprivano e mentre gli uccelli imparavano di volare. Aspettò mentre le erbe diventavano gialle e secche. Aspettò mentre le foglie cadevano sulla terra, mentre l'aria diventava più fresca e la neve cadeva dalle nubi. I cuccioli non arrivavano mai e l'Orsa si adormentò con il suo dolore.
Molti anni passarono e i venti coprirono l'Orsa con una coperta di sabbia: così si sentiva calda e salva nel suo sonno. Lo spirito della terra sentì il suo dolore e riconobbe il suo amore per i cuccioli. Con un grande vento lo spirito portò i cuccioli vicino alla mamma e alla riva e li trasformò in due piccole isole. Così sarebbero stati sempre sotto lo sguardo della mama.
Oggi le due isole si chiamano Manitou Nord e Manitou Sud. Felici di stare vicino alla loro mamma, giacciono nello spirito del suo amore: due isole di sabbia. Finalmente l'Orsa riposa felice perché sa che i cuccioli sono vicini. In suo onore, oggi le dune si chiamano Dune dell'Orso Addormentato.

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quando l'ultimo animale sarà ucciso, solo allora capirete che il denaro non si mangia."
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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 13:58:37    Oggetto: Adv






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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 19:04:28    Oggetto:  Re: Cultura, poesie , preghiere indiani d'America
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gemma ha scritto:
IL NOME

Sbagliando, li hanno chiamati Indiani e Pellirosse. Loro si definiscono orgogliosamente e giustamente "I VERI AMERICANI".A chiamarli Indiani fu per primo Cristoforo Colombo che sbarcato il 12 ottobre 1492 su un'isola dei Caraibi, convinto di avere raggiunto le Indie, scrisse sul suo diario:"appena sbarcato sull'isola ho preso molti prigionieri indiani". A definirli Pellirosse fu invece Giovanni Caboto che incontrò i Beothue, che avevano la pelle tinta con ocra rossa per una cerimonia importante



Sono contentissima di questo tuo post sugli indiani e le loro tradizioni...
tu ne scrivi con passione scegliendo sicuramente le cose più incisive e belle,
ne viene fuori un quadro di un popolo fiero, anche se piegato da mille ingiustizie, e ancora fiero delle sue tradizioni, anche oggi, che è solcato dai mali dell progresso...

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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 19:10:29    Oggetto:  
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gemma ha scritto:
HOKA HEY

Quando al mattino ti svegli, ringrazia il tuo Dio per la luce dell'aurora,per la vita che ti ha dato e per la forza che ti ritrovi nel tuo corpo.Ringrazia il tuo Dio anche per il cibo che ti dà e per la gioia della vita.Se non trovi un motivo per elevare una preghiera di ringraziamento,allora vuol dire che sei in errore.

Tecumseh (Shawnee)

NON CONDANNERO' MAI UN MIO FRATELLO FINO A QUANDO

AVRO' CAMMINATO PER UN MIGLIO NEI SUOI MOCASSINI


(inciso su pelle di caribu' e donato a padre Luciano Cupia
da una donna indiana canadese)

....................................................

.........................................................
Sii gentile e benevolo, pronto a dividere.

Sii aperto alla pace; solo cosi' , infatti, potrai permettere agli altri di raggiungere la pace suprema.

Sii coraggioso; solo cosi', infatti, riuscirai a far crescere la forza negli altri.

Sii prudente in tutto; osserva soltanto, ascolta e pondera ogni situazione; solo cosi', infatti, potrai chiamarti assennato.


Canto Ojibway



Poesie preghiere e canti Indiani sono bellissimi,
rivolti sempre alla natura in cui credono fortemente, alla terra che nutre e protegge, al cielo e a tutto ciò che è natura è creato da un Dio supremo perchè l'uomo ne tragga giovamento senza distruggerlo, senza appropiarsene, senza fare suo ciò che è stato creato per tutti!!

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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 19:22:52    Oggetto:  
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Canto della montagna bianca

( Papago)

Una montagna bianca si erge ad Occidente.
Meravigliosa s' innalza.
Archi di bianco splendente fatti di luce
si piegano dalla sua cima
e l' uniscono alla terra.


Preghiera rituale

( Apache)

Grande Spirito Blu della montagna,
nella casa di nubi blu,
presso la croce di miraggio azzurro,
sei nato, un giorno.
Là c'è solo bontà,
e di tanta bontà io sono grato.

Grande Spirito Giallo
che vivi a Sud, sulle montagne,
di gialle nubi è il Tuo corpo immenso.
Sovrano degli spiriti dei monti,
Sacra Divinità,
anche Tu di bontà Ti nutri e vivi.

Grande Spirito Bianco d' Occidente,
il Tuo corpo è di candido miraggio.
Sovrano degli spiriti dei monti,
Sacra Divinità,
ch' io sia felice delle Tue parole,
e che Tu possa godere delle mie.

Grande Spirito Nero a Settentrione,
di nere nubi è il Tuo corpo immenso.
Ed è per questo, Grande Spirito Nero,
che la Tua voce mi fa felice.
Possa farTi felice anche la mia.
E tutto ora è bontà.





Rituale Irochese del fuoco e dell'oscurità

(I membri della Società Ho-no-tci-no-ga. Ora lo sciamano getta il sacro tabacco sulla fiamma della medicina e canta a voce bassa)

Grande Spirito che ci mandi a dormire nell'oscurità,
ti ringraziamo per i silenzi dell'oscurità.

(Cantore)
Ora chiedo di benedire e pregare.
(Sparge il sacro tabacco sul fuoco. Poi parla all'Invisibile)
Ora do a te il tabacco,
A te, Grande Oscurità!

(Allo spirito del tuono)
Ecco come facciamo nell'offrirti il tabacco!
Tu lo ami più d'ogni altra offerta.
Ci udrai meglio
e non ti stancherai del parlar nostro
ma ci amerai con tutta la tua forza
oltre ogni tesoro
o parole diffuse nell'aria!
Tutte le genti che vanno sotto i cieli
tu hai invitato, i tuoi nipoti
e tutte le nazioni;
Oh tu, creatore di rumori,
Tu, il grande Tuonante!
I tuoi nipoti vogliono ringraziarti!
Tutti i tuoi nipoti mi hanno chiesto
di offrire a te questo tabacco,
sul monte!

(Parlando al Grande Spirito)
Tu, l'onnipotente,
l'Altissimo
Ottimo Amico della gente!
Ti chiediamo di aiutarci!
Imploriamo il tuo favore!
Ho detto.


(Le luci sono spente, e l'assemblea è nella totale oscurità. Il Guardiano della Medicina scopre i fastelli, esponendoli all'aria, e così fa in modo che una debole nube luminosa volteggi sopra la tavola e sparisca. Ora il Cantore dà il segnale e i membri cantano "il canto dell'Oscurità")

Aspetta qui nell'oscurità!
Venite, voi che ascoltate,
Andate al magico viaggio:
ora il cielo è vuoto
del sole e delle stelle brillanti;
Venite, noi perdiamo il cammino.
La notte non è nostra amica;
ha chiuso le sue palpebre.
Chi ha dimenticato la luna
Ci lasci attendere nell'oscurità





Fratelli! Abbiamo sentito il discorso del nostro grande padre, é molto amichevole. Lui dice di amare i suoi figli rossi. Quando il primo bianco arrivò dalla grande acqua, era solo un piccolo uomo...molto piccolo. Le sue gambe erano stanche per essere stato a lungo seduto nella sua grande nave e ci pregò di avere un piccolo pezzo di terra. Quando arrivò su questa costa, gli Indiani gli diedero terra, accesero fuochi per lui, affinché si sentisse bene. Ma dopo essersi riscaldato al fuoco degli Indiani ed aver mangiato a sazietà la loro crema di mais, diventò molto grande. Scalò le montagne ed i suoi piedi attraversarono le pianure e le valli. Le sue mani, dopo il mare, toccarono l'est e l'ovest. Poi egli diventò il nostro grande padre. Amava i suoi figli rossi, ma diceva loro: "Andate un po' più in là, così che non vi schiacci per sbaglio." Fratelli! Ho sentito molti discorsi dal nostro grande padre. Iniziavano e finivano sempre con queste parole: "Andate un po' più in là, mi state troppo vicini".

dal discorso di Serpente Macchiato, Capo Cree, quando il presidente U.S.A. Andrew Jackson intimò a cinque tribù (Cree, Chickasaw, Cherokee, Choctaw e Seminole) di abbandonare la regione nel sud-est e di trasferirisi ad ovest, nel Missisipi



Nei vostri libri di scuola si insegna ai bambini che noi Indiani eravamo assassini: chi si difende é forse un assassino? Uccidevamo i bianchi perché ci portavano via la terra, devastavano i nostri territori di caccia, incendiavano le nostre foreste, sterminavano i bisonti, di cui vivevamo. Quindi ci confinarono nelle riserve, poi ci portarono via anche quelle. Voi chiamate patrioti quei bianchi che difendono la loro terra, mentre gli Indiani che hanno fatto lo stesso li chiamate assassini. I bianchi ci chiamavano ladri: noi, che vivevamo in tende fatte di pelle d'animale e che non usavamo né serrature né chiavistelli. Ci chiamavano selvaggi. Ma cos'é la civilizzazione? Essa é contraddistinta da un'alta visione della vita e della religione, da arte e musica singolari, da un ricco patrimonio di leggende e di storie. Noi abbiamo sempre avuto tutto questo. Cantiamo canzoni in cui la natura ci parla: il mormorio dell'acqua, la voce del vento, i versi degli animali. Insegnate ai vostri bambini queste canzoni, affinché imparino ad amare la natura come noi. Dite loro che noi amavamo e valorizzavamo tutto quello che era bello, che non uccidevamo mai gli animali per divertimento, ma solo per sfamarci. Gli uomini bianchi, che uccidono gli animali per divertimento, ai nostri occhi sono assassini.

Risoluzione del "Grand Council Fire of American Indians" - Chicago 1927




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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 19:24:45    Oggetto:  
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LEONARD PELTIER


LA VOCE INDIANA

Io sono la Voce Indiana.
Voglio che mi sentano in tutti i nostri territori.
Da duecento anni sono prigioniero di guerra
nella mia terra.

Sono prigioniero dell’odio e dell’avidità,
della menzogna e del pregiudizio,
dell’indifferenza e dell’ignoranza,
dell’ingiustizia
degli uomini che schiacciarono
con la forza del loro numero me e il mio Popolo,
da quando scesero sulle mie spiagge
e invasero la mia terra nativa.

Imposero a me
la loro società, la loro religione, le loro leggi,
ed è per questo che la mia gente
ora è ridotta a meno di quanto era,
quando con false promesse vennero
per la prima volta sulle nostre spiagge.

Io sono la Voce Indiana collettiva
e grido forte dalle milioni di tombe
di spiriti senza pace
e milioni sono le grida che si alzano
e chiedono:
Dov’è il mio futuro?
A chi appartiene?
Appartiene al mio Popolo?
Ci sarà felicità sulla terra
Che per diritto è mia?

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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 19:25:18    Oggetto:  
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Citazione:
LE COLLINE SONO SEMPRE PIU' BELLE delle case di pietra .
In una grande città la vita si riduce ad un'esistenza artificiale.
Molti uomini sentono ancora a stento la vera terra sotto i piedi,
vedono ancora appena crescere le piante, eccetto che in vasi da fiori,
e solo di rado lasciano dietro di se le luci delle strade, per lasciar agire
su di loro la magia di un cielo notturno cosparso di stelle.
Quando gli uomini vivono cosi' lontano da tutto quello che il Grande
Spirito ha creato, allora dimenticano facilmente le loro leggi.


TATANGA MANI


Tatanga Mani aveva 87 anni quando pronuncio' queste parole in un discorso tenuto a Londra durante il suo viaggio intorno al mondo.



troppo bellissimo!!!!


Citazione:
........
Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale

ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek”

Così Fabrizio De Andrè ricordò il massacro di Wounded Knee.


E' una delle canzoni di deAndrè che mi piace di più, ed ogni volta che l'ascolto mi da i brividi!!

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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 19:25:29    Oggetto:  
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Leonard Peltier

Pubblicato il 17/01/2006


Leader del Movimento Indiano Americano (A.I.M.) è prigioniero negli U.S.A. dal 6 febbraio 1976.

Durante il 1973 per oltre due mesi, trecento persone stremate dal freddo e dalla fame resistettero nell’occupazione di Wounded Knee, agli elicotteri ed ai carri armati impiegati contro di loro dagli U.S.A.
L’occupazione, fu una reazione contro gli abusi di Dick Wilson, capo tribale corrotto al servizio del
B.I.A. (uff. per gli affari indiani), che dipende dal ministero degli interni, attraverso questo organismo
organismo il governo U.S.A. controlla e dirige la vita e l'economia degli indiani delle riserve.
Negli anni precedenti Wilson aveva imposto nella riserva di Pine Ridge un clima di vero terrore, grazie ad una milizia personale che aveva eseguito iinumerevoli pestaggi; si registrarono anche numerose "morti accidentali" tra i simpatizzanti dell' A.I.M..
La resistenza a Wounded Knee venne piegata con l'inganno: il governo U.S.A. decise di firmare un trattato con gli occupanti che prometteva una indagine governativa sulle azioni di Wilson e la revisione dei 371 trattati infranti dal governo U.S.A.
Trattato mai rispettato, anzi lo strapotere di Wilson crebbe.
La riserva fu presidiata dalle truppe dell'F.B.I. e dalla milizia di Wilson e dal 1973 al 1976 ci furono circa 300 morti tra gli Oglala-Sioux, tutti assassinati in circostanze misteriose, oltre ad un alto numero di pestaggi e di intimidazioni.
Gli abitanti della riserva furono di nuovo costretti a chiedere l'aiuto del A.I.M..
Intervenne un leader che già si era prodigato per loro durante l'assedio di Wounded Knee nel 1973: Leonard Peltier.
Il 26 giugno 1975 durante un incontro religioso nella riserva le forze dell'F.B.I. circondarono il luogo della riunione ed iniziarono a sparare contro la gente inerme.
Gli Oglala risposero al fuoco: ci fu una vera e propria battaglia.
Joe Stuntz, indiano, rimase ucciso e per questa morte non ci furono indagini.
Anche due agenti dell'F.B.I.rimasero uccisi. In realtà l'attacco dell'F.B.I. nascondeva la cessione di un ottavo del territorio della riserva di Pine Ridge, ricco di uranio, che in quello stesso giorno Wilson stipulava con il governo degli U.S.A. violando apertamente il trattato di Fort Laramie del 1868.
Questo atto era illegale e l'attacco ad un "gruppo di pericolosi militanti riuniti per cospirare" costituiva un ottimo alibi.
Per l'uccisione dei due agenti dell'F.B.I. furono incriminati quattro militanti dell'A.I.M., tra di essi L. Peltier che riuscì a fuggire in Canada.
Gli altri tre furono processati nel giugno del 19'76 a Cedar Rapids e furono assolti in quanto il tribunale riconobbe che era impossibile appurare chi avesse ucciso i due agenti e che, comunque, si sarebbe trattato di legittima difesa.
L. Peltier venne arrestato in Canada e, nonostante la sentenza favorevole alla tesi della legittima difesa ed alla impossibilità di stabilire un colpevole, venne estradato in base a prove, che durante il successivo processo si dimostrarono false ed estorte con le minacce ai testimoni, che al processo ritrattarono.
Tuttora Leonard è recluso nel penitenziario di Leavenworth nel Kansas, considerato dall'F.B.I. simbolo di un popolo scomodo allo sviluppo del sistema americano.
Tanti sono stati i ricorsi ai processi e tante sono state le manifestazioni a suo favore anche in Italia per la sensibilizzazione.

Nel 1993 ha presentato la richiesta per la grazia a Clinton, che avrebbe dovuto decidere prima della fine del suo mandato a novembre, unitamente a quella per la libertà condizionata. La sua vita è stata spesso in pericolo e ogni qual volta si è prospettata una possibilità di liberazione o di riduzione di pena è sempre successo qualcosa di imprevisto e imprevedibile. L’ 11 dicembre Peltier fu udito dalla Commissione per la libertà condizionata e proprio in quella occasione, senza motivazione trasferito inaspettatamente dal penitenziario di Leavenworth a quello di Oklahoma City. Peltier non aveva mai sollecitato nessun trasferimento ne aveva commesso atti disciplinari che giustificassero questa azione. La sua destinazione finale doveva essere Atlanta in Georgia, uno dei più violenti e pericolosi carceri USA, dove si registra il maggior numero di omicidi. Peltier che più volte ha corso il rischio di essere assassinato in prigione, di fronte a questo immotivato trasferimento rilasciò una dichiarazione secondo la quale, se fosse stato rinchiuso ad Atlanta, per sua sicurezza chiedeva di essere messo nel "Buco", in completo isolamento. Grazie alla mobilitazione dei Gruppi di Sostegno internazionali e di migliaia di cittadini Peltier fu spostato poi al Centro Medico di Springfield, dove ha subito un intervento chirurgico. Il 25 settembre un nuovo atto immotivato, Peltier è stato messo di nuovo in isolamento, le autorità carcerarie volevano, forse dimostrare la loro cura verso questo prigioniero sottoponendolo ad un altro intervento chirurgico nonostante la sua opposizione. Il rischio di un'operazione è sempre alto e il pericolo di un "incidente sotto i ferri" per eliminare questo esponente "irriducibile" e "scomodo" può diventare sempre più un'attrazione per una "neutralizzazione" pulita. Ancora una volta la mobilitazione internazionale riuscì ad impedire l'intervento a Leonard di nuovo trasferito al Leavenworth.
Attualmente è detenuto a Leavenworth in Kansas. A febbraio saranno passati trent'anni dalla sua estradizione dal Canada.
Il suo caso è stato seguito da Amnesty che anche recentemente ha chiesto che gli fosse concessa la libertà sulla parola.
Amnesty non ha mai preso una posizione sulla sua colpevolezza ma continua a nutrire seri dubbi sull'equità e imparzialità del processo che ha portato alla sua condanna e si ritiene che fattori politici possano aver influenzato il modo in cui il caso è stato trattato. Le preoccupazioni di Amnesty (delineate anche in un rapporto inviato nel 1995 al procuratore Generale) comprendono: l'utilizzo di una falsa testimonianza, ottenuta con la coercizione di un presunto testimone oculare, per ottenere la sua estradizione dal Canada;
il rifiuto del giudice di permettere agli avvocati di Peltier di citare questo presunto testimone oculare per la difesa; la perizia balistica ecc.

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MessaggioInviato: 04 Gen 2011 19:26:41    Oggetto:  
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Gli improvvisi trasferimenti di Leonard Peltier


Respinto l'appello contro l'illegittimità della sentenza

Il 22 luglio, mentre Leonard Peltier si trovava a Terre Haute in stretto isolamento, il giudice Ralph Erickson ha respinto l'appello sull'illegittimità della condanna presentato dagli avvocati di Peltier.
Durante l'audizione, svoltasi a Fargo il 15 giugno, gli avvocati avevano sostenuto che il governo federale non aveva l'autorità per processare Peltier dal momento che l'uccisione dei due agenti era avvenuta nel territorio di una riserva indiana, la quale, in quanto territorio sovrano, è soggetta alle leggi dell'Indian Crimes Act. Al termine dell'esposizione, Leonard, in collegamento telefonico dal penitenziario di Leavenworth, ha chiesto la parola ed ha denunciato il fatto che il governo continui a cambiare versione circa il suo ruolo nell'omicidio degli agenti.
Il giudice federale, che aveva due mesi di tempo per pronunciarsi, alla fine ha respinto l'istanza sostenendo che il governo americano ha diritto di perseguire chiunque si macchi di crimini contro i suoi agenti federali indipendentemente dal luogo in cui questi avvengono.

Gli improvvisi traferimenti di Leonard Peltier
Il 30 giugno Leonard Peltier è stato improvvisamente traferito dal penitenziario di Leavenworth in Kansas a quello di Terre Haute in Indiana dove è stato posto in regime di isolamento assoluto in tempo indeterminato. Nessuno (familiari, avvocati e il LPDC) è stato avvertito nè prima nè dopo e la notizia è stata diffusa dal nipote Cyrus che, recatosi il 1 luglio a trovare il nonno in penitenziario come fa da 13 anni, si è sentito rispondere che non si trovava più lì. Successivamente le autorità hanno motivato il traferimento con la smobilitazione del penitenziario di Leavenworth, che verrà trasformato da carcere di massima sicurezza a carcere di media sicurezza rendendolo inadeguato per detenuti condannati all'ergastolo.
Per un mese Leonard è stato in totale isolamento, senza la possibilità di incontrarsi con gli avvocati, nè di ricevere visite, lettere e telefonate, privato di cure mediche e tenuto nell'incertezza sulla durata di tali restrizioni; un trattamento immotivato e che si configura come punitivo tanto più applicandosi su una persona già molto sofferente per la grave forma di diabete da cui è affetto e per un infarto che lo ha colpito di recente.
Solo la massiccia mobilitazione internazionale lanciata dal LPDC che ha coinvolto gente da ogni parte del mondo, premi Nobel, organismi internazionali ed associazioni umanitarie, il IITC (International Indian Treaty Council) e l'alto commissariato per i diritti umani dell'Onu, ha permesso alcuni miglioramenti al suo isolamento: dopo un mese ininterrotto di assoluta segregazione gli sono state finalmente fornite cure mediche giornaliere, gli è stato permesso di scrivere e ricevere la posta e d'incontrare gli avvocati e i familiari (attraverso un vetro). Poi ad agosto, è intervenuto un secondo trasferimento, questa volta al penitenziario di massima sicurezza di Lewisburg in Pennsylvania. Un altro appello internazionale lanciato dal LPDC ha chiesto con forza che i diritti di detenuto di Leonard (diritto alle visite, alle telefonate, alla libertà di religione) ed i piccoli privilegi, come la possibilità di dipingere, maturati nel corso di decenni di buona condotta non venissero annullati nel nuovo penitenziario in cui è stato recluso.
All'inizio di settembre, il LPDC ha informato di aver parlato con Leonard: Sta sorprendentemente bene considerando quello che ha passato negli ultimi tre mesi. Vuole farvi sapere che tutti i suoi diritti di prigioniero sono stati ripristinati a Lewisburg. Apprezza il vostro aiuto ed il sostegno per raggiugere questo ma vi chiede di smettere di chiamare la prigione, altrimenti questo può avere una ripercussione negativa su di lui. Grazie per aver sostenuto Leonard attraverso tutto questo periodo di crisi.

FONTE: WANI, le quattro direzioni : newsletter del Comitato di Difesa Leonard Peltier - Italia

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MessaggioInviato: 05 Gen 2011 03:22:59    Oggetto:  
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Mi piace cio che scrivi, e tutte le notizie che ci dai su questo popolo cosi speciale cosi ricco di tradizioni e così poco conosciuto, o conosciuto in un modo molto sbagliato..
Grazie gemma

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Tatanka Iyotanka
Toro Seduto | ca. 1831 - 1890

Una Guida Spirituale
nella lotta per la Libertà



"Era sempre dolce e gentile con la moglie e i figli, e cortese e premuroso con gli altri. Durante la mia permanenza con loro il cibo fu a volte scarso, e Toro Seduto e sua moglie spesso patirono la fame per non farne mancare a me. Occupano entrambe un posto molto speciale nel mio cuore".

Fanny Kelly fu presa nel luglio del 1864 da una banda di Hunkpapa Sioux in Wyoming. Durante i cinque mesi della prigionia, fù alloggiata nei quartieri di Toro Seduto come "ospite" della famiglia.

Un' insegnante e missionaria tra il popolo di Toro Seduto, Catherine Weldon lo descrisse così:

"Come amico... sincero e onesto; come patriota, dedicato e incorruttibile. Come marito e padre, amoroso e colmo di premure. Come ospite, disponibile senza riserve."

--------------------

Biografia

Capo degli Hunkpapa Lakota e indiscussa autorità spirituale nelle lotte per la sopravvivenza delle tribù Lakota delle grandi praterie del Nordest, Toro Seduto nacque attorno al 1831 sul Grande Fiume, nell'odierno Sud Dakota, e fu chiamato Tatanka-Iyotanka, nome che descrive un bisonte intrattabile accovacciato sulle zampe posteriori.

Ancor giovane, Toro Seduto divenne il leader della Società dei Guerrieri Coraggiosi e, più tardi, membro autorevole dei Silent Eaters - Mangiatori Silenziosi - un gruppo responsabile del benessere tribale.

A 14 anni il battesimo del fuoco, in un'azione contro i Crow, e nel giugno del 1863 il suo primo confronto con i soldati americani impegnati in azioni di rappresaglia per la rivolta dei Santee in Minnesota, nella quale il popolo di Toro Seduto non aveva avuto parte.

L'anno seguente ingaggiò di nuovo i soldati dell'Unione nella battaglia di Killdeer Mountain, e nel 1865 guidò l'assedio a Fort Rice, da poco insediato nei territori dell'odierno Nord Dakota.

Largamente rispettato per coraggio e visione, intorno al 1868 divenne Grande Capo della Nazione Lakota.

Il terreno per un confronto aperto tra Toro Seduto e l'esercito della Confederazione fu pronto nel 1874, quando una spedizione guidata dal generale George Armstrong Custer confermò la presenza di oro nelle Black Hills - Colline Nere - del territorio Dakota, su un'area sacra a molte tribù e preclusa agli insediamenti colonici dal Trattato di Fort Laramie del 1868. In barba a quel divieto i cercatori d'oro invasero le Black Hills provocando la reazione dei Lakota. Quando il successivo tentativo del Governo degli Stati Uniti di acquistare le Black Hills fallì, il trattato di Fort Laramie fu messo da parte e il commissario per gli affari indiani decretò che tutti i Lakota al di fuori delle riserve dopo il 31 gennaio 1876 sarebbero stati da considerarsi ostili.

Toro Seduto e la sua gente tennero duro.

In marzo, mentre tre colonne di soldati guidati dai Generali George Crook e Alfred Terry e dal Colonnello John Gibbon muovevano sul luogo, Toro Seduto riunì Lakota, Cheyenne e Arapaho nel suo campo di Rosebud Creek nel Territorio del Montana. Colà, li guidò nella Danza del Sole, offrendo preghiere a Wakan Tanka, il Grande Spirito, e tagliando le sue braccia cento volte in segno di sacrificio. Durante la cerimonia ebbe la visione di soldati che cadevano nel campo dei Lakota, come cavallette dal cielo.

Ispirato dalla visione, il Capo Guerriero degli Oglala Lakota, Cavallo Pazzo, andò in battaglia con una banda di 500 guerrieri, e il 17 giugno colse di sorpresa le truppe di Crook costringendole alla ritirata nella battaglia di Rosebud. Per celebrare la vittoria, i Lakota mossero il campo nella valle del fiume Little Bighorn, dove furono raggiunti da altri 3000 Indiani che avevano lasciato le riserve per unirsi a Toro Seduto. Qui, il 25 giugno, furono attaccati dal Settimo Cavalleggeri del Generale George Custer, che in pesante inferiorità numerica dapprima assaltò il campo, come a rappresentare la visione di Toro Seduto, e in seguito si attestò su un vicino ponte dove fu annientato.

L'indignazione per la catastrofe militare portò nell'area soldati a migliaia, e un anno di incessante pressione militare costrinse i capi dei Lakota, che nel frattempo s'erano di nuovo divisi, alla resa.

Toro Seduto non fu tra questi e, nel maggio 1877, riparò con le sue bande in Canada, e quando il Generale Terry gli offrì il perdono se avesse accettato di stabilirsi in una riserva lo cacciò sdegnosamente.

Quattro anni più tardi, tuttavia, in difficoltà crescente nello sfamare la sua gente in un mondo in cui il bisonte era ormai quasi estinto, decise la resa. Il 19 luglio 1881, accompagnato da un giovane figlio, consegnò il fucile al comandante di Fort Buford in Montana. Chiese il diritto di attraversare il confine canadese a suo piacimento e una riserva sul Little Missouri River, presso le Black Hills. In un primo tempo fu tuttavia inviato alla Riserva di Standing Rock e, successivamente, temendo nuove rivolte, a Fort Randall dove trascorse due anni come prigioniero di guerra.

Infine, il 10 maggio 1883, Toro Seduto potè ricongiungersi alla sua gente a Standing Rock.

Nel 1885 gli fu concesso di lasciare la riserva per lavorare nel Buffalo Bill's Wild West, dov'era pagato $50 la settimana per un giro a cavallo dell'arena, oltre ai proventi di autografi e fotografie. Quattro mesi dopo lasciò il Circo, incapace di tollerare la società dell'uomo bianco anche se, in quel periodo, ebbe occasione di stringere la mano al Presidente Grover Cleveland, evento che considerò sempre come segno della perdurante autorità di Grande Capo.

Tornato a Standing Rock si stabilì sul Grande Fiume, dove era nato, rifiutando di rinunziare alle sue tradizioni come i regolamenti della riserva imponevano. Continuò a vivere con due mogli e a rifiutare la cristianità, ma non mancò di inviare i suoi figli a una vicina scuola cristiana, conscio dell'importanza della scolarizzazione per le prossime generazioni Lakota.

Nell'autunno del 1890, un Lakota Miniconjou di nome Orso Scalciante gli recò notizia di una Danza degli Spiriti che avrebbe scacciato i bianchi dalle loro terre e ristabilito il loro modo di vivere. I Lakota delle Riserve di Pine Ridge e Rosebud avevano già adotato il rito, e i preoccupati agenti locali avevano mobilitato le truppe per controllare la situazione. Le autorità di Standing Rock, temendo che Toro Seduto - tuttora rispettato capo spirituale - potesse partecipare al rito, inviarono 43 poliziotti Lakota a prelevarlo. Il 15 dicembre 1890, prima dell'alba, i poliziotti irruppero nella cabina di Toro Seduto e lo trascinarono all'esterno, dove i suoi seguaci stavano confluendo per proteggerlo. Nel conflitto a fuoco che seguì un poliziotto Lakota lo colpì al capo ferendolo a morte.

Toro Seduto fu sepolto a Fort Yates, in Nord Dakota, e, nel 1953, i suoi resti furono trasferiti a Mobridge, Sud Dakota, dove riposano sotto un cippo di granito che segna la sua tomba.

Il suo popolo ha sempre ricordato in Toro Seduto non soltanto la grande guida spirituale e l'intemerato guerriero, ma anche il padre amoroso, il cantante dotato, l'affabile amico la cui profonda religiosità aveva conferito alle sue preghiere visione profetica e speciali poteri

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MessaggioInviato: 05 Gen 2011 16:20:14    Oggetto:  
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Marco aspettava quel momento da anni, tanti anni, nemmeno sembrava ricordarsi quanti.
Finalmente era arrivato il momento di partecipare da danzatore alla Sun Dance dei Lakota, la Danza del Sole, cerimonia in cui si offre il proprio dolore affinché i familiari e le persone a cui si vuole bene non vengano afflitte dal dolore stesso o nel caso siano malate, guariscano.
Per quattro giorni marco avrebbe sudato nell'Inipi con i suoi fratelli Lakota, avrebbe danzato e cantato le canzoni sacre, e infine sarebbe stato attaccato al palo insieme agli altri danzatori e avrebbe strappato la sua carne.
I suoi occhi guardavano felici tutto ciò che lo circondava, certo, aveva paura, ma al tempo stesso si sentiva onorato e grato.
Notò in un angolo un'accesa discussione tra due uomini, uno non lo conosceva, l'altro era uno dei leader della danza, accorgendosi che lo sconosciuto lo additava si avvicinò per capire cosa stesse succedendo.
Appena fu giunto vicino ai due lo sconosciuto gli parlò direttamente:
Tasunka Gleska - tu non sei un Lakota, non puoi partecipare alla cerimonia
Anziano Leader - lui è stato invitato, non puoi scacciarlo
Tasunka Gleska - è un bianco, i bianchi non sono benvenuti qui
Anziano Leader - tutti sono i benvenuti qui se vengono per pregare con noi
Tasunka Gleska - non può restare, se resta lui non danzerò io
Anziano Leader - è una tua decisione
Nel frattempo si era radunata una piccola folla intorno ai tre che seguiva l'animata discussione e parteggiava con piccole esclamazioni per l'uno o per l'altro.
Marco si sentiva a disagio e mentre già cominciava a pensare, con rammarico, di andarsene per non turbare la cerimonia, sentì una voce che gli sussurrava cosa fare.
Si avvicinò di più ai due e prese il coltello che portava in cintura, poi messosi davanti allo sconosciuto si fece un taglio sul braccio sinistro facendo uscire un rivolo di sangue e solo allora parlò :
Marco - guarda bene fratello, cosa vedi? Di che colore è questo sangue? Tu dici che non posso partecipare alla cerimonia perché sono un bianco, ma guardi forse il colore della pelle del cervo? Eppure lo chiami fratello. Qualsiasi cosa tu faccia non puoi impedirmi di percorrere la Via Rossa, perché essa scorre nelle mie vene. Non ho colpa di quello che hanno fatto i miei fratelli di razza, eppure sono qui per pregare e soffrire con voi affinché questo non succeda più, ne qui ne altrove.
Ora se vuoi me ne andrò da qui, non voglio essere la causa della tua partenza, io pregherò per te.
Il sangue che usciva dalla ferita cominciava a gocciolare sul terreno.
Lo sconosciuto guardava a terra, poi prese a sua volta il coltello di Marco dalle sue mani, si praticò un taglio sul braccio sinistro e fece gocciolare il sangue nello stesso punto in cui era caduto il suo.
Tasunka Gleska - perdonami fratello, possiamo danzare insieme, possiamo pregare insieme, possiamo vivere insieme.
La Sun Dance poteva cominciare.

Volevo essere un Lakota

PILLOLE DI SAGGEZZA

CI FU UN TEMPO IN CUI IL NOSTRO POPOLO COPRIVA LA TERRA TANTO QUANTO LE ONDE DI UN MARE INCRESPATO DAI VENTI COPRIVANO I LORO FONDALI COPERTI DI CONCHIGLIE. ORA, PERO' QUESTO TEMPO E' PASSATO E DA MOLTO. E CON ESSO E' SVANITA ANCHE LA POTENZA E LA FORZA DI QUESTE TRIBU'. OGGI QUESTE COSE SONO TRISTI RICORDI E BASTA (Seattle)

DA QUANDO SIAMO STATI CONDOTTI IN QUESTA RISERVA, IL MIO POPOLO HA DOVUTO MORIRE DI FAME. TU NON PUOI PIU' MINACCIARE SOLO CON LA PAURA DELLA FAME. IERI HO VISTO BAMBINI DISPERATI CHE MANGIAVANO ERBA. VUOI PORTARE VIA ANCHE L'ERBA DA MANGIARE A QUESTI BAMBINI? (Piccolo Lupo)



CHE COS'E' LA VITA? LO SFAVILLARE DI UNA LUCCIOLA NELLA NOTTE,IL RESPIRO SBUFFANTE DI UN BISONTE NELL'INVERNO, LA BREVE OMBRA CHE SCORRE SOPRA L'ERBA E SI PERDE DENTRO IL SOLE (Piede di Corvo)

LUNGO IL CAMMINO DELLA VOSTRA VITA FATE IN MODO DI NON PRIVARE GLI ALTRI DELLA FELICITA'. EVITATE DI DARE DISPIACERI AI VOSTRI SIMILI, MA AL CONTARIO, VEDETE DI PROCURARE LORO GIOIA OGNI VOLTA CHE POTETE! (Proverbio Sioux)

VOI VI DIFFONDETE COME OLIO SULLA SUPERFICIE DELL'ACQUA, NOI CI SCIOGLIAMO COME NEVE SOTTO IL SOLE DI PRIMAVERA. NOI NON IMPARIAMO LA VOSTRA ARTE, COSI' CHE IL POPOLO DEI PELLEROSSA E' PERDUTO E I SUOI GIORNI SONO CONTATI (Piccola Tartaruga)
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CANTO DELLA MONTAGNA BIANCA

Una montagna bianca si erge ad Occidente.
Meravigliosa s'innalza.
Archi di bianco splendenti fatti di luce
si piegano dalla sua cima
e l'uniscono alla terra.


Canto di un Papago





AL MARGINE DELLA VITA

Una pietra splendente a lato del sentiero.
Cosi' piccola ~ eppure cosi' bella!
Io la raccolsi. Era cosi' bella!
Io la misi di nuovo a posto
e andai avanti.


Calvin O. John




Secondo la fede di molti Indiani ,anche il Dio Creatore canto' al momento della Creazione del mondo.


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MessaggioInviato: 05 Gen 2011 16:59:14    Oggetto:  
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Citazione:
Secondo la fede di molti Indiani ,anche il Dio Creatore canto' al momento della Creazione del mondo.




Anche questo mi piace molto..
di qualunque religione si tratti,
non mi piace credere in un Dio severo ed arcigno, pronto sempre a punire,
se è un Padre, non sarebbe mai così,
armato di punizioni per ogni minima cosa.

Mi piace l'idea di un Dio creatore che crea cantando, ed infonde melodia nella sua opera...

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MessaggioInviato: 06 Gen 2011 15:12:19    Oggetto:  
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GLI OCCHI DELL'AQUILA SONO IN ME.

E la mia mitezza della lepre è in me.
E la velocità del cervo è nelle mie gambe.
La dolcezza dello zucchero d'acero è nella mia bocca.
Anche la forza dell'orso è in me.
Il colore del fagiano è nella mia pelle.
Il grido della folaga del nord è sulla mia lingua.
Il tambureggiare della starna è nelle mie mani.
E anche il silenzio dei pini silvestri è in me.
E improvvisamente lo riconobbi:
tutti questi sono i segni dello Tschippewa in me.


Connie Strong




Connie Strong frequenta una moderna scuola indiana ed è già una piccola maestra nell'arte dell'espressione dei pensieri.

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MessaggioInviato: 06 Gen 2011 15:13:30    Oggetto:  
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RUSSEL MEANS
" Tratta dal Centro Studi Privato " American First Nations " di Carla Fornasari R.E.W., Carpi ( MO ).



Russel Means

- Indiano Sioux nato nella Riserva di Pine Ridge nel Sud Dakota. Uno dei principali Capi dell'A.I.M. ( American Indian Movement ), partecipò all'occupazione di Wounded Knee nel 1973. " Secoli fa, ci guardavamo intorno, ci rendevamo conto che ogni essere vivente, all'infuori di uno, ha un ruolo determinato nella vita. Solo l'essere umano nasce senza ruolo e senza una direzione; perciò noi giungemmo alla conclusione logica e naturale che noi siamo qui non per conquistare o governare o per insegnare, ma per imparare dai nostri " Fratelli Superiori " con la loro immensa comprensione il ciclo della vita. La società industriale è una società che pensa con la bocca e non con il cuore e la mente. Quando si seguirà il nostro cuore si seguirà il modo di vivere della natura. Quando si comprenderà l'immortalità con la mente si comprenderà che non si deve aver paura dell'ignoto, che non si deve avere paura del buio, che l'Uomo non è nato diavolo, che noi non moriremo mai. "



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MessaggioInviato: 06 Gen 2011 15:14:16    Oggetto:  
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IO PIANGO PER LA SETE

Io piango, piango per la sete.
Cantando, prego per la pioggia.
Danzando, prego per la pioggia.
Il cielo comincia
a versare le sue lacrime,
poichè mi vede,
come canto,
poichè vede, come danzo
sulla terra screpolata e asciutta.


Alonzo Lopez


Alonzo Lopez, un indiano Papago, nacque a Pima Counti, nell'Arizona meridionale.
La poesia, pubblicata nel 1972, appartiene alla tradizione delle preghiere per la pioggia, che sono tipiche dei popoli del deserto. Anche oggi esistono cerimonie segrete presso alcune popolazioni indiane, nel corso delle quali si prega per la pioggia.
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IL CACCIATORE SI RIVOLGE AL CERVO CHE HA ABBATTUTO

Mi dispiace di averti dovuto uccidere,
piccolo fratello.
ma io ho bisogno della tua carne,
perchè i miei figli soffrono la fame.
Perdonami , piccolo fratello.
Io voglio onorare il tuo coraggio, la tua forza
e la tua bellezza- guarda!
Io appendo le tue corna a questo albero;
ogni volta che vi passero' davanti ,
pensero' a te
e rendero' onore al tuo spirito.
Mi dispiace di averti dovuto uccidere ;
perdonami, piccolo fratello.
Guarda , in tua memoria
io fumo la pipa,
io brucio questo tabacco.


Jimalee Burton



Ho-chee-nee Jimalee Burton, un' indiana Cherokee, ha scritto questa poesia nel 1974. I Cherokee vivevano originariamente come contadini del Sud-Ovest degli Stati Uniti, abitavano in insediamenti assai grandi e avevano una forma di governo democratica. Il loro benessere suscito' l'invidia dei conquistatori bianchi ed essi vennero trasferiti con la forza nel 'Oklahoma , un territorio arido e sterile .Quando i Cherokee ebbero reso fertile anche questa terra, furono cacciati di nuovo.


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